Finance Bill 2024

Le proteste in Kenya contro il Finance Bill 2024

Martedì 18 giugno i keniani sono scesi in piazza per protestare contro il Finance Bill 2024, la controversa legge finanziaria che si trova in fase di approvazione nel Parlamento del Paese.

Le proteste di piazza

Migliaia di persone sui social media – attraverso gli hashtag #rejectfinancebill2024 e #occupyparliament -, ma soprattutto nelle strade della capitale Nairobi, intonando il coro “Ruto must go!”, hanno sfilato chiedendo a gran voce ai membri del Parlamento di non approvare il disegno di legge in questione, presentato all’inizio di maggio. Fanno appello all’articolo 37 della Costituzione del Kenya, che garantisce loro il diritto di manifestare e protestare pacificamente.

Le problematiche che i manifestanti evidenziano relativamente al Finance Bill sono svariate, ma il punto centrale della questione è costituito dal livello sempre crescente di tassazione a cui sono sottoposti i cittadini keniani e che rende complicato affrontare un quadro socio-economico già critico, causando un sensibile abbassamento degli standard di vita delle persone.

I contenuti della legge

Le misure più controverse contenute nel Finance Bill sono l’IVA al 16% sul pane, la tassa del 2,5% sui veicoli a motore, l’accisa sui motocicli assemblati localmente e la cosiddetta eco-levy, ossia una tassa ambientale che dovrebbe innalzare i prezzi di tutti i materiali utilizzati per gli imballaggi in plastica, le batterie e i prodotti igienici. 

Gli attivisti e i rappresentanti delle forze politiche di opposizione che si sono mobilitati hanno definito questi provvedimenti come “tassazione punitiva”. Secondo i detrattori della legge, il rischio più grande è che tutte queste misure rendano economicamente insostenibile la vita dei cittadini keniani, peggiorando una situazione che per milioni di persone nel Paese è già estremamente complessa e dura da affrontare.

I cortei di cittadini che puntavano ad arrivare sino al Parlamento nazionale nella capitale Nairobi erano pacifici. Come spesso accade nelle occasioni di proteste di piazza, purtroppo, le modalità di gestione dell’ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine non hanno rivelato lo stesso approccio: alcuni leader del corteo sono stati arrestati e la folla dispersa a più riprese con l’utilizzo di gas lacrimogeni e proiettili di gomma.

Il parziale ripensamento del Governo

Durante la serata di martedì, il Presidente Ruto ha annunciato di aver fatto marcia indietro sulle misure fiscali più impopolari del Finance Bill (quelle citate sopra), ma rimangono svariati aspetti considerati problematici: la tassazione verrebbe innalzata in moltissimi altri settori (esempio: aumento delle accise su molti prodotti alimentari e non solo; innalzamento delle commissioni per le transazioni di mobile banking), sarebbe previsto un notevole allargamento dell’accesso ai dati personali a fini di prelievo fiscale o, simmetricamente, una restrizione dei servizi previsti per i cittadini dal punto di vista sanitario (assistenza alle donne incinta; copertura per screening oncologici).

La partita resta quindi aperta e i cittadini keniani hanno già promesso ulteriori proteste per mettere pressione sul Governo, che si trova nella posizione di non poter rinunciare al flusso economico garantito dalla tassazione – anche in considerazione dei consistenti debiti contratti negli ultimi anni con gli investitori internazionali -, ma allo stesso tempo garantire la pace sociale e il benessere dei cittadini.

© Immagine di Arnold Okoth

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