Gen Z protests

La protesta della Gen Z agita il Kenya

Non si fermano le proteste in Kenya contro il disegno di legge finanziaria - il Finance Bill 2024 - che da giorni infiammano le strade del Paese.

Disordini, arresti e vittime

In circa 30 delle 47 contee del Kenya, migliaia di persone hanno invaso le strade dei maggiori centri abitati, in particolare nelle città di Mombasa, Nakuru, Eldoret e, ovviamente, la capitale Nairobi dove si trovano il Parlamento nazionale e tutte le principali sedi istituzionali.

Nonostante le manifestazioni siano nella grandissima maggioranza dei casi arrabbiate ma pacifiche, su internet e soprattutto sui social media circola una grande quantità di materiale video e fotografico che documenta la dura risposta delle forze dell’ordine: inizialmente sono stati usati lacrimogeni e idranti per respingere i manifestanti. Poi si è passati ai proiettili di gomma e agli arresti – soprattutto a carico di personaggi pubblici come attivisti, giornalisti e i leader della protesta – per arrivare fino ai proiettili veri e alle prime vittime (al momento i morti accertati sono 10, oltre a centinaia di feriti).

Nella mattina di martedì 25 giugno lo scontro si è ulteriormente inasprito, quando un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione negli edifici del Parlamento, distruggendo e incendiando parte della struttura. Episodi di devastazioni simili si sono verificati anche in altre aree del Paese.

La protesta della Gen Z

Come molti osservatori e organi di informazione stanno facendo notare, l’ondata di proteste a cui stiamo assistendo è diversa da quelle viste in Kenya in passato: la Gen Z è scesa in piazza. Migliaia di giovani kenioti si sono riversati nelle strade di tutto il Paese mettendo da parte le differenze e le appartenenze etniche e partitiche. L’obiettivo comune che sta compattando il fronte della protesta è uno soltanto: Reject Finance Bill.

Quello a cui siamo davanti è infatti, probabilmente, un momento di svolta, poiché per la prima volta i giovani kenioti sono entrati davvero nella vita politica, sociale ed economica del Paese. Hanno impiegato il loro tempo e risorse e messo a rischio la propria incolumità pur di far sentire la propria voce e rivendicare il diritto alla protesta e al dissenso.

In un Paese come il Kenya, afflitto dal crescente debito pubblico, dall’instabilità della moneta e dal costo della vita per molti insostenibile, la nuova legge finanziaria che il Governo mira ad approvare ha evidentemente costituito la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Organizzatasi tramite il passaparola sui social media, un’intera generazione di giovani (e non solo) ha deciso di agire collettivamente e attivamente per opporsi ad un nuovo regime di tassazione giudicato “punitivo”, ingiustificato ed eccessivo.

Anche alla luce dei corposi prestiti ricevuti dal Kenya da parte di svariate potenze straniere e dell’innalzamento delle tasse già sperimentato nel 2023, molti manifestanti chiedono maggiore trasparenza nell’impiego dei fondi pubblici – settore che da lungo tempo è afflitto da una corruzione dilagante – e rifiutano l’idea di dover sopportare ulteriori imposte su beni e servizi di primissima necessità, come il pane, gli assorbenti igienici e le terapie oncologiche.

Responsabilità

Il messaggio che i cittadini kenioti scesi in piazza vogliono mandare è forte e chiaro e può essere riassunto con le parole di una giovane manifestante che, intervistata da BBC, ha dichiarato: “La Gen Z apprezza l’assunzione di responsabilità. Ci avete fatto delle promesse e non le state mantenendo. Perché? Dobbiamo ritenervi responsabili di questo”.

© Immagine di Arnold Okoth

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