Diritto all’acqua: la situazione in Kenya

Apriamo un rubinetto nelle nostre case ed eccolo lì, fresco e pulito, il bene più prezioso che il nostro pianeta ci abbia mai regalato. Bene che utilizziamo per lavarci, innaffiare i nostri giardini, pulire le nostre case e le nostre stoviglie e, più raramente, per bere (dato che spesso preferiamo l’acqua in bottiglia a quella del rubinetto). Diritto all’acqua per noi è sinonimo di quotidianità. Ma l’acqua è un bene preziosissimo, ma mentre noi stiamo ancora imparando a non sprecarlo, moltissime persone al mondo si vedono negare ogni giorno il loro diritto all’acqua. Qualche numero:
  • 6 = i chilometri che in media una persona nell’Africa subsahariana (generalmente, una donna) percorre ogni giorno per raggiungere la più vicina fonte d’acqua
  • Da 200 a 300 = i litri di acqua consumati in media ogni giorno da una persona in un paese europeo, contro i 10 litri consumati da un mozambicano
  • 7,5 = la quantità d’acqua in litri necessaria giornalmente a una donna durante l’allattamento

Diritto all’acqua: tante volte negato

“Il Diritto all’acqua è indispensabile agli esseri umani per condurre una vita degna. Si tratta di un prerequisito per la realizzazione di tutti gli altri diritti umani”.
Dall’articolo I.1 del commento n° 15 adottato dalla Commissione per i Diritti Economici, Social e Culturali dell’ONU. Già accennato nel 2002 dalla Commissione per i Diritti Economici, Sociali e Culturali, il Diritto all’acqua è stato definito diritto fondamentale dell’uomo nel 2010 con una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU. L’accesso all’acqua potabile e pulita è da allora considerato un requisito essenziale per la tutela di altri diritti umani e dovrebbe essere garantito dagli stati e dalle organizzazioni internazionali. Tuttavia, in luoghi del pianeta come, ad esempio, le baraccopoli di Nairobi in Kenya, il Diritto all’acqua è costantemente negato. Nell’Africa sub-sahariana milioni di persone si riforniscono di acqua attraverso pozzi improvvisati che alimentano il proliferarsi di agenti patogeni, che possono rivelarsi letali per queste comunità. Nei paesi in via di sviluppo quasi la metà della popolazione soffre di problemi di salute causati dalla mancanza di acqua pulita, che si è rivelata negli ultimi anni la seconda causa di morte dei bambini nel mondo.

Diritto all’acqua: la situazione negli Slum di Nairobi

Negli slum di Nairobi, l’approvvigionamento di acqua pulita rimane un miraggio. Donne che utilizzano l’acqua sporca del fiume per preparare da mangiare, ragazze che non possono lavarsi durante il periodo mestruale, bambini che bevono dalle pozzanghere per strada pur di ingerire liquidi. Queste sono solo alcune delle scene a cui purtroppo ci siamo abituati ad assistere, soprattutto durante le settimane di lockdown, in cui procurarsi dell’acqua era diventato ancora più difficile e oneroso, in un contesto in cui, normalmente, il costo dell’acqua è 10 volte superiore a quello pagato in zone di Nairobi ad alto reddito e più alto addirittura di quello che deve sostenere un londinese o un newyorkese.

Diritto all’acqua: cosa possiamo fare?

Con un semplice gesto di solidarietà, potete non solo aiutarci a tutelare il diritto all’acqua dei bimbi di Nairobi, ma anche fare un piccolo grande passo per la tutela del nostro pianeta. L’acqua del rubinetto costa dalle 500 alle 1000 volte in meno dell’acqua in bottiglia, non produce imballaggi e bottiglie che devono poi essere smaltiti ed elimina l’impatto ambientale causato dal trasporto dell’acqua imbottigliata.  

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