immagine dell'Africa

L’immagine dell’Africa di oggi

Qual è l’immagine dell’Africa che oggi gran parte del mondo percepisce? Sicuramente l’idea che un occidentale ha dell’Africa è spesso distorta, e spesso corrisponde a quella di un luogo inospitale dove regnano malattie, povertà, caos e conflitti armati. 

Ma l’Africa è un continente molto vasto e, per quanto possano avere un fondamento alcune rappresentazioni di povertà e disuguaglianza, è costituito da società e popolazioni in movimento, che contribuiscono a renderla una realtà interessante, da tenere sott’occhio. 

L’immagine dell’Africa, oggi

Spesso un giudizio affrettato sull’Africa rivela pregiudizi, superficialità e molta ignoranza. Tuttavia sarebbe sbagliato non riconoscere serie criticità che contraddistinguono diversi paesi africani.  La politica per esempio. Sotto questo profilo, la storia africana degli ultimi decenni è piena di casi in cui il meccanismo si ripete: uomini di potere che accentrano il comando e le ricchezze nelle mani di pochi, una distribuzione estremamente sproporzionata dei benefici derivanti dalla svendita delle risorse naturali dei singoli paesi, una popolazione locale in difficoltà, il livello di povertà che non dà segni di riduzione, una forte corruzione alla base del sistema politico.

Secondo le stime dell’Economist, in Africa esiste una sola e vera democrazia compiuta: le Mauritius. La classifica politica del periodico inglese, che assume come criteri di giudizio la capacità di assicurare libere elezioni, la separazione dei poteri, la partecipazione politica e il rispetto delle libertà civili, rileva i paesi africani in una situazione particolarmente penalizzata.

Se l’Italia si posiziona al 21°posto, il Congo si trova al 159°, il Kenya, dove operiamo da più di 15 anni, al 92°, già piuttosto avanti rispetto alla media dei paesi sopracitati. Su 44 paesi appartenenti all’Africa Subsahariana ben 22 sono considerati regimi autoritari. Le carenze politiche si traducono nell’assenza di politiche di sviluppo adeguate. I dati restituiscono un’immagine preoccupante dal punto di vista demografico: nei prossimi decenni un’ampia fetta della popolazione africana è a rischio disoccupazione.

Viene quindi spontaneo chiedersi cosa faranno tutte queste persone costrette a condizioni di vita instabili: resteranno nel loro paese o decideranno di migrare altrove alla ricerca di fortuna? Non è semplice dare una risposta a queste domande, ma può risultare utile partire dal contesto e da alcuni dati concreti che, se pur non esaustivi, tentano di chiarire le condizioni alla base di questo flusso, apparentemente inarrestabile, di persone.

L’Africa: un continente dinamico

Tutto sommato, nonostante le difficoltà non manchino, qualcosa si sta muovendo: nel 2002 è nata l’Unione Africana sotto i più favorevoli auspici e nel 2018 è entrato in vigore il trattato economico di libero scambio continentale, che è stato in grado di attirare investimenti globali. Iniziano inoltre a formarsi diverse organizzazioni regionali e interregionali, con rispettive istituzioni, che stanno divenendo interlocutori nel panorama internazionale, rinforzando così la posizione dell’Africa verso l’esterno.

Si assiste alla crescita di alcuni Paesi sub-sahariani; si pensi alla Nigeria, che in termini di PIL ha sorpassato il Sud Africa, con 574 miliardi di dollari a fronte dei 350 della seconda. Sicuramente la loro crescita deriva dalla ricchezza di materie prime, come petrolio e gas, che si trovano prevalentemente nelle regioni sub-sahariane. Il continente africano si presenta come una realtà vivace anche dal punto di vista tecnologico.

Infatti si parla spesso dell’esperienza eccellente delle start up in Africa, del loro dinamismo e della loro crescita esponenziale. Esistono esperimenti di successo, come MPESA, Esoko e Copia Global. Secondo alcuni analisti, si può dire che la tecnologia africana vinca laddove nasce per rispondere a bisogni tipici del contesto locale. Ha successo quando propone soluzioni africane a problemi locali.

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