L’Africa è il continente più povero della Terra. L’insicurezza economica, l’instabilità politica, la corruzione, le guerre civili e le minacce terroristiche hanno lasciato milioni di africani a vivere in assoluta povertà. Dei ventisette paesi in tutto il mondo attualmente classificati dalla Banca Mondiale come economie a basso reddito, i paesi più poveri del mondo, 23 si trovano in Africa. La domanda che dobbiamo porci, però, è: “cosa significa per un cittadino africano vivere in un paese fra i più poveri del mondo?”

Due dati sulla povertà in Africa

Innanzitutto, occorre dire che i parametri adottati per determinare la ricchezza di un paese sono il suo prodotto interno lordo (PIL), il PIL pro capite e il reddito nazionale lordo (RNL) pro capite. Il PIL pro capite misura il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti da un paese, diviso per il numero di persone in quel paese. L’RNL pro capite è simile, ma include anche qualsiasi reddito proveniente da fonti internazionali, come investimenti esteri o rapporti commerciali. 

Stando a questi parametri, i dieci paesi più poveri dell’Africa sono anche i dieci più poveri del mondo, con il Burundi a detenere nel 2020 il triste primato del paese più povero del mondo. Tuttavia, secondo le stime della World Bank pubblicate nel mese di ottobre, l’Africa subsahariana conoscerà una crescita economica del 3 %, al di sopra delle aspettative di primavera. 

A trainare le economie del continente è sicuramente la ripresa del commercio a livello globale e l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia. Ma il continente deve ancora far fronte a fattori che rendono molto fragile e vulnerabile le sue economie: la lentezza della ripresa economica, il basso numero di persone vaccinate, le profonde disuguaglianze economiche e l’alto numero di persone che vivono ancora in povertà assoluta.

Cause ed effetti della povertà in Africa

Quali sono i fattori che determinano lo stato di povertà di un paese? E quali sono le conseguenze sulla vita delle persone? Sono tre i principali fattori della povertà in Africa: le condizioni ambientali, la crescita demografica e l’instabilità politica. 

  1. Nel continente si trovano le condizioni climatiche più varie e inclementi della Terra, dalle temperature mitigate dal Mediterraneo alla savana e al deserto, estremamente proibitivi per lo sviluppo economico, passando per le montagne e le foreste dell’Africa centrale. Molte di queste regioni sono sempre più soggette a carestie legate alla siccità prodotta dall’innalzamento delle temperature, intaccando lo sviluppo del settore agricolo, comparto fondamentale per la fioritura di un’economia. È il caso di stati come il Madagascar, dove una gravissima siccità sta affliggendo la popolazione della regione meridionale da più di un anno. Il riscaldamento del clima è alla radice della decisione di molti di lasciare le proprie terre aride e migrare in altri paesi del continente, o verso l’Europa. Sono i migranti climatici, gli sfollati interni.
  2. Il continente africano è una bomba demografica. Non riesce ad arrestare l’aumento costante della propria popolazione contenendo le nascite. La piramide dell’età presenta la tipica fisionomia dei paesi in via di sviluppo, e infatti l’età media del continente africano è 19 anni. In un contesto dove il volume della popolazione aumenta esponenzialmente e in poco tempo, la crescita economica è nulla in assenza di un comparto industriale avanzato e sufficientemente produttivo da garantire a tutti gli abitanti sostentamento e occupazione. La povertà nasce dalla impossibilità di colmare il gap fra crescita demografica e crescita economica.
  3. Un fattore apparentemente endemico è la conflittualità, tra stati e all’interno degli stati. Non si parla solo di guerre che hanno inflitto gravissime perdite nella popolazione di due paesi in conflitto, come è stata la guerre fra Etiopia a e Eritrea, ma le guerre civili, i golpe militari, la minaccia del terrorismo. Tutte queste situazioni favoriscono la presa del potere da parte di ristrette elite, molto frequentemente di militari, che accentrano il potere politico ed economico e non consentono la costruzioni di istituzioni solide e di un’economia libera. In molti paesi instabili politicamente non esiste un sistema di welfare capace di assistere i cittadini, o un sistema d’istruzione sviluppato che fornisca ai propri abitanti le competenze per costruirsi un futuro diverso da quello dei propri genitori. Per molti dei giovani, spesso la scelta è fra arruolarsi o migrare.

Alice for Children in campo contro la povertà in Africa

Alice for Children lavora da 15 anni nelle baraccopoli di Nairobi proprio con la consapevolezza della condizione disperata in cui vivono milioni di bambini e bambine in Kenya.

Le baraccopoli sono infatti uno dei luoghi più poveri del pianeta, in cui milioni di persone vivono in baracche di pochi metri quadri, senza acqua corrente o elettricità. 
Migliaia di bambini lavorano per 10 o più ore ogni giorno nella discarica di Dandora, raccogliendo rifiuti a mani nude, per poter sopravvivere. 

Proprio in questo contesto noi lavoriamo per portare più bambini possibile a scuola, sostenerli dal punto di vista alimentare e medico e dare loro un futuro.

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