violenza sulle donne

La violenza sulle donne nel mondo

Nel 1999 le Nazioni Unite hanno deciso che il 25 novembre divenisse la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Il livello di violenza sulle donne, ma in generale di tutta la condizione femminile, misura Il grado di sviluppo di una ‘civiltà’ si misura anche dalla condizione femminile, dal rispetto della donna e delle sue libertà all’interno di una società. Se oggi dovessimo applicare fedelmente questo criterio, emergerebbe un quadro sconfortante e saremmo persuasi del degrado complessivo e della barbarie in cui versano la maggior parte degli stati. Infatti, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una donna al mondo su cinque è stata vittima di violenze di genere almeno una volta nella vita. 

Le forme della violenza sulle donne

La violenza è poliforme e si esprime nei modi più diversi, in aggressioni fisiche, percosse e contusione, violazione del corpo e abusi sessuali, ma anche come forme perverse di condizionamento psicologico e minacce. In diverse realtà, la violenza psicologica si esprime nel controllo delle donne, nella limitazione della loro libertà di movimento e l’impossibilità di disporre indipendentemente di risorse economiche; sostanzialmente, la violenza di genere spesso corrisponde sia a forme di controllo sulla vita delle donne sia all’atto estremo quando non si riesce a farlo.

All’interno della categoria di violenze di genere rientrano quindi atti persecutori o stalking, divieto di intraprendere attività lavorative esterne all’ambiente domestico e divieto a possedere un patrimonio, aborto selettivo, mutilazioni genitali, matrimoni coatti, per non parlare di omicidi, stupri e istigazione al suicidio. 

Perché la violenza sulle donne?

Possiamo rispondere con le parole pronunciate durante la IV conferenza mondiale delle donne nel 1995, a Pechino: «La violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente inuguali tra gli uomini e le donne, che hanno condotto alla dominazione sulle donne e alla discriminazione da parte degli uomini e costituisce un ostacolo al pieno progresso delle donne».

Le donne e le bambine sono spesso le vittime più facili contro cui sfogare frustrazione, rabbia, odio, insoddisfazione sociale e disperazione, perché sono più fragili fisicamente e più svantaggiate economicamente, spesso sotto ricatto. I dati di oggi sulle violenze descrivono il fenomeno come un problema endemico che riguarda i paesi economicamente sviluppati come i più poveri e identificano i familiari, mariti e padri, gli amici e i conoscenti stretti come i primi responsabili degli abusi. Insomma, la violenza sulle donne è una minaccia costante e opprimente, che arriva da parti inaspettate.

Per questa ragione si può e si deve usare una terminologia ad hoc quando si parla di violenza sulle donne, adottando per esempio termini come femminicidio per indicare l’assassinio di una donna in quanto donna. La violenza avviene in tutti gli ambienti sociali e in tutti i paesi, ma è stata rilevata una maggiore incidenza nei contesti caratterizzati da un basso livello di istruzione, dove è maggiore l’esposizione ad abusi e a maltrattamenti sui minori (vederla perpetrata o viverla su di sé) e più frequente assistere a violenze in famiglia, spesso correlato all’abuso di alcool da parte dei genitori, prevalentemente del padre.

La violenza sulle donne e il controllo del corpo

Il 14 aprile 2021 è stato pubblicato Il rapporto annuo sullo stato della popolazione mondiale, stilato dal Fondo Onu per la popolazione (Unfpa), col titolo “Il corpo è mio. Diritto ad autonomia e autodeterminazione”. Il rapporto misura sia la capacità delle donne di prendere decisioni autonome sul proprio corpo sia il ruolo delle leggi dei vari Paesi nel sostenere o interferire con il diritto di scelta delle donne. I risultati mostrano che, nei Paesi in cui sono disponibili i dati, solo il 55 per cento delle donne ha pieno potere decisionale sulle scelte in merito a sanità, contraccezione e rapporti sessuali.

“In sostanza, a centinaia di milioni di donne e ragazze non appartiene il proprio corpo, le loro vite sono governate da altri,” ha denunciato Natalia Kanem, Direttore Esecutivo di UNFPA. Ad esempio, il matrimonio precoce oggi riguarda 650 milioni di donne, forzate a sposarsi prima dei 18 anni, 12 milioni di ragazze ogni anno. Nella sola India sono stati censiti 8 mila morti e ogni anno vengono commessi circa 5 mila delitti d’onore, soprattutto in Medio Oriente e Asia meridionale. Per quanto riguarda la piaga della violenza domestica, nel mondo colpisce 137 donne ogni giorno, uccise al 58% dal partner o da un membro della propria famiglia.

Essere donne con disabilità, poi, aumenta del 30% le probabilità di subire violenze sessuali e complica ulteriormente le sfide per disporre del proprio corpo.In 20 Paesi nel mondo – tra cui Russia, Venezuela e Thailandia – sono ancora in vigore i matrimoni riparatori, con leggi che consentono agli stupratori di sposare la propria vittima per evitare procedimenti penali.

Alice for Children contro la violenza sulle donne

In Africa la violenza sulle donne è diffusa ed è un grave problema sociale. Il COVID 19 ha fatto da detonatore, costringendo milioni di donne e bambine a convivere a stretto contatto con uomini che si sono spesso rivelati violenti.

Ci confrontiamo  con queste ogni giorno in Kenya, a Nairobi, all’interno delle baraccopoli dove i diritti umani non esistono e le libertà delle donne e delle bambine vengono ripetutamente calpestate. Nello slum di Korogocho, a Nairobi, i casi di violenza accertati sono aumentati da 123 in febbraio a quasi 800 a giugno 2020.

Noi lavoriamo in questo contesto, portando istruzione ed educazione all’uguaglianza di genere, ma anche aiutando donne e bambini grazie all’operato dei nostri assistenti sociali.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn