musica tribale africana

Viaggio nel mondo della musica tribale africana

È tanto facile quanto fuorviante parlare di musica tribale africana, perché suggerisce che questa sia uguale e indistinguibile in tutto il continente, riducendo la varietà ad una sola etichetta a cui associare delle caratteristiche generali immutabili. La realtà è diversa; la scena musicale africana non è ferma, ma in continuo mutamento, e anche le forme tradizionali e tribali di questa esperienza assumono aspetti diversi a seconda dei diversi contesti geografici e culturali.

Prendiamo in esame il caso keniano. Il paese dell’Africa orientale è situato all’intersezione fra mondi diversi e storicamente comunicanti: risiede in Africa ma presenta contaminazioni culturali provenienti dalla Penisola Araba e dall’Oceano Indiano; così come manifesta dei tratti provenienti dall’incontro con l’Europa e l’Occidente. La musica tribale africana del Kenya è la somma di tutto questo. E non è tutto, la sua musica continua ad evolversi mescolando tratti tribali e sonorità importate dall’estero.

Danza, strumenti e musica tribale africana in Kenya

In origine, la musica tribale africana keniana nasce con funzioni rituali all’interno dei numerosi gruppi etnici che costituiscono il tessuto sociale del paese (i Turkana del nord, i Bajuni, gli Akamba, i Borana, i Chuka, i Gusii, i Kikuyu, i Luhya e i Lu, i Maasai, i Samburu e i Mijikenda); è un mezzo che accompagna le cerimonie che scandiscono i momenti importanti della vita dei membri delle comunità: la nascita, il passaggio all’età adulta, il matrimonio e il funerale.

La musica, tramandata oralmente, funge perlopiù da supporto alle performance di danza in costume, testimoniando il valore rituale della combinazione di elementi diversi: travestimento, ballo e accompagnamento musicale. Una famosa canzone in lingua maa, l’idioma parlato dagli stressi Maasai, è l’Engilakinoto, che viene intonata per celebrare il successo delle battute di caccia al leone ed è accompagnata da una forma di danza che consiste nel saltare sul posto.

Per quanto riguarda il Kenya, non si può parlare di danza, ma di danze. I Luhya del Kenya occidentale, ad esempio,  hanno creato uno stile di danza molto particolare chiamato isikuti: la danza è eseguita da coppie di ballerini e ballerine accoppiati che si muovono al tempo dei tamburi, delle  campane e dei fischietti. Sia i Kamba che i Chuka sono famosi per il loro stile di danza acrobatica.

Anche la musica Taarab possiede un suo stile di danza, molto singolare: uomini, donne e bambini ballano a ritmo mentre cantano poesie in swahili.  Gli strumenti giocano un ruolo chiave nella musica keniota. Alcuni strumenti popolari in Kenya sono il Ngoma (un tamburo), il flauto di canna e molti strumenti a corda. Nelle regioni costiere c’è stata una crescita di popolarità della la musica Taarab, per cui vengono impiegate molte voci e strumenti arabi come l’oud, strumento a corde della famiglia dei liuti, il violino e un certo numero di cantanti.

Avventurandosi è possibile scoprire i Beni, canti  popolari di gruppo intonati  ad alta voce e dallo stile narrativo. diffusi. nell’entroterra sin dal periodo coloniale. 

Musica tradizionale e innovazione in Kenya

 La danza tradizionale del Kenya è cambiata a causa dell’influenza occidentale e straniera. Sebbene la musica keniota abbia assunto un aspetto più occidentale, contiene ancora molti strumenti, ritmi e parole nativi ed è per lo più cantata in swahili o in altre lingue native. Un genere che riscuote notevole successo è la musica gospel, diffusasi negli ambienti cristiani.

La musica del Kenya è debitrice dell’occidente anche per l’introduzione della chitarra, oggi molto utilizzata. Il Kenya è stato un laboratorio di sintesi fra generi musicali autoctoni e stranieri, come il reggae, l’hip-hop, il jazz, il rap, l’afro-fusion e il pop congolese, e chi  ha saputo tenere insieme tradizione e modernità, patrimonio culturale e assimilazione di elementi esogeni, ha ottenuto il favore del pubblico.

Alice Music Academy

Le storie di questi tre artisti sono interessanti, perché insegnano che il talento musicale è ‘democratico’,  non guarda in faccia all’estrazione sociale e alla condizione economica , ma  deve essere favorito dallo studio e dalla pratica, molte volte resi possibili dalla fortuna di disporre di mezzi economici e le conoscenze giuste. Coltivare lo studio di generi musicali diversi, tradizionali e moderni, è fondamentale per produrre nuova bellezza.

Alice for Children crede nel potere della musica e pensa che socializzare i bambini a questa forma di espressione sia un meraviglioso modo per crescere. La nostra accademia musicale Alice Music Academy, nata in collaborazione con Radio Italia e Fondazione Cariplo nel 2015, ha come obiettivo quello di stimolare, divertendosi, la socialità e la creatività dei bambini della scuola di Dandora. Proprio nel 2015 abbiamo organizzato Dandora’s Got Talent, il primo festival di musica nella storia della baraccopoli di Dandora.

Un momento di grande inclusione sociale ed una grande esperienza educativa per i nostri bambini dello slum!

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