elezioni in Kenya nel 2022

Come andranno le elezioni in Kenya nel 2022?

Manca poco tempo alle elezioni in Kenya nel 2022, dove saranno chiamati a votare milioni di cittadini. Si terranno il 9 agosto, in rispetto della Costituzione che dispone che ogni tornata elettorale avvenga dopo cinque anni dalla precedente; dunque  il secondo martedì di agosto. Oggi l’offerta politica sembra diversa da quella del 2017 e il risultato non è affatto scontato. Andiamo a vedere insieme chi sono i candidati alla presidenza del paese nelle elezioni in Kenya nel 2022. 

Kenyatta e Odinga, protagonisti delle elezioni in Kenya nel 2022

Oggi come da ormai vent’anni circolano i nomi di Raila Odinga e Uhuru Kenyatta, a cui si è aggiunto William Ruto. Kenyatta è il figlio del primo presidente del paese, Odinga del primo vice-presidente. I due si erano già sfidati alle elezioni del 2013 ed era finita con un ricorso di Odinga alla Corte Suprema per il sospetto che ci fossero stati dei brogli.

Uhuru Kenyatta, leader del partito di centro-destra “Partito Jubilee del Kenya” e attuale presidente della Repubblica, in carica senza soluzione di continuità dal 2013, sta interpretando un ruolo centrale nell’agone politico nonostante non possa concorrere alle prossime elezioni: secondo i termini della Costituzione, infatti, la carica presidenziale non può essere ricoperta per un numero superiore di due mandati.

Kenyatta si trova a concludere il suo ultimo mandato proprio quest’anno e per questa ragione ha tentato di aggirare questa empasse proponendo una riforma costituzionale, detta “Building Bridges Initiative”(BBI),  tale da consentirgli di lasciare la carica senza lasciare realmente il potere, continuando a esercitare un ruolo cruciale di responsabilità in veste di primo ministro.

La riforma avrebbe determinato una maggiore frammentazione del potere esecutivo, creando diverse cariche apicali rispetto a quella presidenziale: due vicepremier e un primo ministro. Il piano di revisione costituzionale è stato fermato dalla Corte Suprema kenyana, vanificando gli sforzi di Kenyatta, che però continua a essere un attore di primo piano in vista delle elezioni, perché dal suo sostegno agli altri candidati potranno dipendere gli esiti politici del paese.

Se inizialmente aveva sostenuto Ruto, il vicepresidente del suo governo, ha poi guardato con favore la prospettiva di vicepresidente all’interno di un governo presieduto dall’oppositore di centro sinistra Odinga, leader del Movimento Democratico Arancione, un politico di lungo corso non nuovo al tenzone elettorale per la presidenza. Nel 2007 aveva gareggiato e perso contro Mwai Kibaki, per poi presentarsi contro Kenyatta nel 2013 e nel 2017.

Ruto è colui che sfiderà Odinga con le maggiori chance di contendere la carica presidenziale. Il vicepresidente del governo di Kenyatta si presenta come alternativa giovane e nuova alla contesa presidenziale. Entrambi questi due politici sono esponenti di un establishment politico ai vertici di potere da generazioni, delle “dinastie politiche”.

In corsa per le elezioni in Kenya nel 2022: William Ruto

Lo slogan “hustler Nation” è stato coniato da Ruto, il cinquantaquattrenne combattivo e ambizioso in lizza per le elezioni in Kenya nel 2022, si presenta come rappresentante del popolo, a differenza del competitor politico Odinga, esponente delle dinastie di potere del paese. Nei discorsi di Ruto emerge la sua storia, quella di un bambino che si recava a scuola scalzo prima di indossare solo all’età di quindici anni il suo primo paio di scarpe. Ruto ha anche raccontato di essere stato costretto, una volta, a vendere per strade del pollame.

Ruto sta adottando degli slogan atti a veicolare una nuova forma di approccio all’economia, dall’alto verso il basso, promettendo di sostenere la popolazione povera e giovane, la più colpita dal declino provocato dalla pandemia di Coronavirus. Il tasso di disoccupazione tra le persone comprese fra i i diciotto e i trentaquattro anni si aggira l 40 percento ma il mercato non sta creando sufficienti posti di lavoro per gli ottocentomila giovani che entrano ogni anno  nella fascia d’età da lavoro.

Molti accusano l’idea di Ruto di essere populista: un approccio dall’alto verso il basso alla politica economica è giudicato come un piano per elargire denaro alla popolazione e non un disegno economico strutturato. Secondo alcuni, la contrapposizione fra dinastie e popolo può risultare pericolosa, aumentando il divario di classe e facendo sprofondare il paese nel caos.

Chi pensa al paese?

Come già accennato, esiste una divisione fra gruppi di potere che si tramandano il monopolio del comparto politico e la popolazione; sin dall’indipendenza nel 1963, secondo molti analisti. Al di là di questo dibattito, vivo e importante, chi vincerà le elezioni dovrà fare i conti con un paese con grandi problemi esacerbati dalla pandemia, oltre al gap fra vertici dello Stato e la società civile.

Il Kenya è un paese con un alto livello di corruzione e attraversato da grandi disuguaglianze sociali ed economiche, le cui vittime sono in primo luogo le donne, soggette a violenze di ogni tipo, psicologiche, sessuali e fisiche, e spesso incapaci di perseguire un futuro a causa del basso livello d’istruzione. In Kenya si estendono l baraccopoli immense accanto alle discariche più grandi ed estese del continente, dove donne uomini e bambini vivono e lavorano ogni giorno: sono più di 3 milioni le persone che vivono nei soli slum di Korogocho e Dandora, dove Alice for Children opera da più di 15 anni, e circa 1 milione e mezzo i minori soggetti a sfruttamento.

Il paese è inoltre afflitto da altissimi numeri delle infezioni di HIV e AIDS, spesso dovuti a violenze sessuali, frequenti e difficili da evitare negli ambienti insicuri delle baraccopoli.
Un contesto, le baraccopoli, dove lo stato sostanzialmente non c’è, e dove spesso sono le organizzazioni non governative a dover sopperire alla sua mancanza, portando un welfare che altrimenti non esisterebbe.

Assistenza sanitaria, accesso all’istruzione e allontanamento dalle baraccopoli, sono alcuni degli apporti che che Alice for Children offre ai bambini e alle donne degli slum di Nairobi. Vedendo ogni giorno povertà e sofferenza che attanagliano milioni di persone, a tutti noi sorge spontanea una domanda: dopo le elezioni, qualsiasi sarà l’esito degli scontri fra esponenti dell’elite, chi penserà al paese, chi penserà a queste comunità? In attesa di una risposta delle istituzioni noi restiamo in prima fila per aiutare e sostenere i più vulnerabili.

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