microcredito in Africa

Il microcredito in Africa

Oggi parliamo di microcredito in Africa. Come vedremo, il microcredito è uno strumento a sostegno degli emarginati e dei più vulnerabili che ha una sua applicazione nei paesi in via di sviluppo di tutto il mondo.
Qui cercheremo di spostare la nostra attenzione sul microcredito in Africa, un continente dove le persone, e soprattutto le donne, dimostrano di avere bisogno di un aiuto economico di questo tipo per realizzare i propri sogni e vivere in modo dignitoso, in assenza di un mercato del lavoro inclusivo. 

Il microcredito in Africa

Di che cosa si tratta? Il microcredito è uno strumento di sviluppo economico nato per permettere alle persone più bisognose di ottenere prestiti da investire nelle proprie imprese, far fronte alle emergenze, o per realizzare dei progetti che altrimenti non vedrebbero la luce. Infatti, le persone che accedono a questo servizio normalmente non riceverebbero un prestito da un ente bancario tradizionale, per la scarsità di risorse a disposizione e le esigue garanzie di restituire il denaro ricevuto.

La prima forma di microcredito risale all’Ottocento ed è riconducibile alla banca cooperativa del politico tedesco Friedrich Wilhelm Raiffeisen in Germania, dedita al sostegno economico degli agricoltori della zona. Altro esempio antecedente l’attuale sistema di microcredito fu l’iniziativa, nel 1950, di Akhtar Hameed Khan di erogare prestiti su base comunitaria ai gruppi dell’allora Pakistan Orientale, oggi Bangladesh.

Il microcredito moderno nacque proprio in Bangladesh dall’idea di un economista bangladese di nome Muhammed Yunus, successivamente insignito del premio Nobel per la pace in riconoscimento del valore della sua impresa. Yunus, infatti, aprì un istituto di credito nel 1983, la Grameen Bank che faceva prestiti a credito alle piccole comunità rurali del Bangladesh e poi, successivamente, del Bengala Occidentale e del Sikkim in india.

La Greemen Bnak inizialmente distribuiva prestiti a uomini e donne, ma dopo poco tempo iniziò a prediligere queste ultime come destinatarie avendo riscontrato che le donne si mostravano più affidabili e chiedevano somme inferiori. In breve tempo questo istituto e molti altri nel mondo adottarono questo strumento per favorire l’empowerment femminile. Molto spesso gli istituti preferiscono prestare denaro a gruppi di persone per stimolare i beneficiari a restituire la quota secondo i tempi stabiliti e incentivare il controllo reciproco all’interno del gruppo.

Applicazione del microcredito in Africa

In Africa, le bambine iniziano a lavorare da giovanissime e, una volta madri e donne, divengono la colonna portante dell’economia di una famiglia. Secondo l’Unctad, l’agenzia Onu su commercio e sviluppo, e il network Women’s World Banking (di microbanche per le donne) sono 500 milioni le microimprese nei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo. E di questi solo il 2% ha accesso al credito.

Sono molti i progetti di microcredito in Africa. In Mozambico, un ruolo fondamentale è stato quello di Celina Cossa, Presidente dell’Unione Generale delle Cooperative (Ugc), un’organizzazione che riunisce 10 000 contadini, il 95% dei quali sono donne. Le 200 cooperative producono cibo per i soci e le loro famiglie e producono un surplus che permette loro di accedere ai mercati di Maputo, capitale del Mozambico.

Nel 1980, mentre la maggior parte dei progetti di sviluppo erano rivolti agli uomini, Celina Cossa, nell’incredulità della maggioranza, organizzò una rete di sei cooperative intorno a Maputo che iniziò con la coltivazione di ortaggi e si estese a una vasta gamma di aziende produttive, come la produzione di pollame e la commercializzazione, le società di credito, le assicurazioni, l’industria e l’edilizia, trasformando l’Unione in una potenza economica. 

A Khombole, in Senegal, è stata fondata la Cassa Rurale di Credito e Risparmio, e Diakate è una delle prime donne a entrare a farne parte. Nella Cassa Rurale di Credito e Risparmio si possono effettuare depositi e vengono concessi prestiti a 700 persone, il 90% della quali sono donne. Diakate racconta che prima di iniziare a lavorare faceva parte di un gruppo solidale di donne e avevo diritto ad alcuni piccoli crediti racconta Diakate.

Ma non avendo un’attività fissa era costretta a chiedere altri prestiti da alcuni usurai del villaggio, indebitandosi sempre di più. Nel 1998 è diventata membro della cassa rurale per migliorare le sue condizioni di vita. Con il primo credito ha potuto comprare del miglio e ha iniziato a produrre la bouillie (una tipica pietanza locale a base di miglio e latte) che vendeva al mercato del villaggio. 

Alice for Children e il microcredito

Alice for Children opera in Kenya da quindici anni, nelle baraccopoli di Nairobi. Qui sostiene bambini e bambine, ma anche donne e madri delle baraccopoli di Nairobi. Sosteniamo la comunità dello slum anche tramite il microcredito. Infatti, questo strumento è essenziale per l’emancipazione delle donne in un contesto dove essere dipendenti dagli uomini troppo spesso si traduce nella prevaricazione di questi o in atti di violenza fisica, sessuale e psicologica ai danni di madri e figlie.

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