5 scrittori africani

5 scrittori africani che vale la pena leggere

Capire l’Africa non è facile per chi non è del posto, e spesso non basta esservi nato per avere una chiara comprensione di quello che succede.

5 scrittori africani che vale la pena leggere

La letteratura, però, è uno strumento preziosissimo per avvicinare un mondo sconosciuto e apparentemente impenetrabile attraverso le parole e le storie di chi in Africa è nato o cresciuto, senz’altro offrendo una lente e una visione diverse in grado di ampliare i nostri orizzonti e permetterci di scoprire dei mondi nuovi. Qui di seguito abbiamo voluto consigliarvi 5 scrittori africani che vale la pena leggere.

Abdulrakaz Gurnah

Non si può aprire la lista dei 5 scrittori africani non citando il vincitore del premio Nobel della Letteratura 2021. L’Accademia svedese ha deciso di premiare Abdulrazak Gurnah, tanzaniano di nascita ma inglese d’adozione, riconoscendo nella sua opera letteraria la novità dei suoi studi transnazionali, capaci di parlare del colonialismo e dei suoi effetti in diverse aree del mondo, non solo in Africa; per usare le parole della giuria, è stato insignito del più alto riconoscimento letterario in virtù della sua abilità a condurre una “intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”.

I titoli più importanti dei suoi libri sono “Disertion“( “Il Disertore”), edito nel 2006 da Garzanti, ma  quasi introvabile nelle librerie; “Paradise” del 1994,  “Admiring Silence” (1996) e “By the Sea” (Sulla riva del mare, 2001).

China Achebe

Il crollo (“Things Fall Apart”, del 1958) è la sua opera più famosa ed è una rappresentazione della frizione tra i valori tradizionali e gli effetti del dominio coloniale, così come della tensione tra un’idea di mascolinità e femminilità in società altamente patriarcali. Il libro è studiato nelle scuole come pietra miliare della letteratura africana. Achebe, scrittore e poeta nigeriano, è anche un noto critico letterario, famigerato per la sua critica spietata a “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad (1899), liquidato come romanzo esemplificativo del razzismo di una persona del tutto estranea all’Africa e poco informata a riguardo. Nel 2007 è stato vincitore del Man Booker International Prize.

Miriamo Bâ

Mariama Bâ è stata una scrittrice e femminista senegalese, musulmana, i cui romanzi in lingua francese sono stati entrambi tradotti in più di una dozzina di lingue. La sua frustrazione per il destino delle donne africane è espressa nel suo primo romanzo, “Une si longue lettre” (So Long a Letter) del 1979. In quest’opera epistolare semi-autobiografica Bâ descrive il dolore e la rassegnazione di una donna che deve condividere il lutto per il suo defunto marito con la sua seconda moglie più giovane. Questo breve libro è stato insignito del primo Premio Noma per l’editoria in Africa nel 1980.

Ayi Kesi Armah

Uno scrittore ghanese noto per i suoi romanzi, tra cui The Beautyful Ones Are Not Yet Born (1968), Two Thousand Seasons (1973) e The Healers (1978). È anche saggista, oltre ad aver scritto poesie, racconti e libri per bambini. Appartenente alla generazione di scrittori africani dopo Chinua Achebe si dice che Armah “incarni un’era di intensa disperazione”. Il lavoro di Armah ha suscitato una forte reazione da parte di molti critici. Come saggista, Armah si è occupato dell’identità e della difficile situazione dell’Africa. La sua principale preoccupazione è la creazione di un’agenzia panafricana che abbracci tutte le diverse culture e lingue del continente. Armah ha chiesto l’adozione del kiswahili come lingua continentale.

Ngũgĩ wa Thiong’o

Vogliamo chiudere questo articolo su 5 scrittori africani parlandovi di un autore del Kenya, perché è qui che Alice for Children opera da quindici anni nelle baraccopoli di Nairobi.
Questo scrittore è Ngũgĩ wa Thiong’o.

Scrittore e accademico, scrive principalmente in Gikuyu e ha la sua opera  comprende romanzi, opere teatrali, racconti e saggi, che spaziano dalla critica letteraria e sociale alla letteratura per l’infanzia. È il fondatore ed editore della rivista in lingua Gikuyu Mũtĩiri. Il suo racconto The Upright Revolution: Or Why Humans Walk Upright, è tradotto in 100 lingue da tutto il mondo.

Il suo lavoro più celebrato rimane “Un grano di frumento” del  1967, che si concentra sulla lotta keniota per l’indipendenza, e intreccia una complessa rete di tradimenti, inganni e aspra rivalità sotto l’apparentemente celebrativa occasione dell’indipendenza del Kenya. È stato proposto più volte come candidato al premio Nobel per la letteratura.

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