donare vaccini all'Africa

Donare vaccini all’Africa: l’unico modo per fermare la pandemia

Donare vaccini all’Africa può davvero fare la differenza nella lotta al virus. Lo sviluppo di nuove varianti di Covid-19 complica la nostra vita quotidiana, mantendoci in una situazione di continua incertezza per il futuro prossimo delle nostre vite e delle nostre abitudini.

Nonostante una larga parte della popolazione dei paesi occidentali abbia ricevuto una o più dosi di vaccino contro il Covid, gran parte della popolazione del sud del mondo e soprattutto dell’Africa non hai ancora accesso ai vaccini. Donare vaccini all’Africa diventa quindi fondamentale per fermare lo sviluppo di nuove varianti, ma anche per difendere i diritti umani di milioni di persone e salvare le loro vite, la loro salute ma anche la loro economia.

Donare vaccini all’Africa

Innanzitutto, bisogna ammettere che questo è un titolo in parte clickbait. Questo perché attualmente in Africa i vaccini ci sono. Nonostante soltanto 340 milioni di africani siano stati vaccinati, attualmente vi sono scorte per altre 230 milioni di vaccinati che attendono negli ospedali e nei magazzini.

L’Africa non ha bisogno tanto di vaccini quanto di qualcosa ugualmente fondamentale: una filiera che porti il vaccino a chi ne ha bisogno.

In Africa, e in particolar modo in Kenya, paese in cui operiamo da più di 15 anni, non esistono hub vaccinali efficienti, non esiste un sistema sanitario di trasporto e somministrazione vaccinale, non esistono campagne di sensibilizzazione che spingano le persone a vaccinarsi.

Questo comporta una percentuale di persone vaccinate che non arriva neanche al 10%. Percentuale che scende ancora di più nelle aree rurali e più povere del paese.

Quindi donare vaccini all’Africa non significa effettivamente donare delle dosi vaccinali, ma donare affinché sia possibile creare quel sistema sanitario che permetta di portare le dosi di vaccino a chi ne ha bisogno. E diritto.

Il contesto delle baraccopoli di Nairobi

Alice for Children opera nelle baraccopoli di Nairobi da più di 15 anni. Le baraccopoli sono grandi agglomerati urbani composti da baracche di pochi metri quadri, senza acqua corrente o elettricità. Qui milioni di bambini non possono andare a scuola e sono costretti a lavorare nella vicina discarica di Dandora, a raccogliere rifiuti a mani nude. 

Noi, con le nostre scuole nelle baraccopoli, aiutiamo più di 3000 bambini. Un numero che cresce ogni giorno.
I nostri bambini possono andare a scuola, vengono sostenuti da un punto di vista alimentare e medico e possono finalmente costruirsi un futuro lontano dalla povertà dello slum.

In questo contesto la popolazione che ha potuto ricevere un vaccino è incredibilmente bassa. Il sistema sanitario privato, la mancanza di servizi e la lontananza dagli ospedali non ha fatto che rendere ancor più arduo per la popolazione delle baraccopoli accedere ai vaccini anti-Covid.

Va anche evidenziato come le restrizioni e i lockdown imposti dal governo keniano nel corso della pandemia abbiano colpito gravemente la vita e l’economia negli slum. La perdita di migliaia di posti di lavoro, la mancanza di tutele e di welfare, la chiusura delle scuole e il conseguente aumento dell’abbandono scolastico hanno peggiorato una situazione già di per sé grave.

Donare un vaccino all’Africa significa permettere anche agli abitanti dello slum di accedere a un vaccino a cui hanno diritto e che può limitare o addirittura scongiurare l’insorgere di nuove restrizioni.

Vuol dire difendere i diritti umani di migliaia di persone.

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