Giornata mondiale contro l'AIDS

1 dicembre: Giornata mondiale contro l’AIDS

L’1 dicembre non rappresenta solo l’inizio del mese dedicato al Natale, oppure il momento per iniziare il nostro calendario dell’avvento, ma è anche la Giornata mondiale contro l’AIDS. La giornata, istituita nel 1988, vuole essere un momento per ricordare quanto l’AIDS sia ancora una malattia diffusa e in molte parti del mondo letale, quando lo stigma sociale colpisca ancora chi ne è affetto e quanto la prevenzione e la cura costante siano la chiave per sconfiggerla.

Cos’è l’AIDS?

Cominciamo col chiarire cosa intendiamo quando parliamo di AIDS. L’AIDS è una patologia causata dalla presenza del virus HIV. Quest’ultimo, infettando in maniera specifica le cellule del sistema immunitario, rende le persone affette più vulnerabili a molte malattie che generalmente, nelle persone sane, non creano particolari problemi.

Essere sieropositivi all’HIV vuol dire essere entrato in contatto con il virus. Questo però non significa che necessariamente si svilupperà effettivamente l’AIDS, ovvero la patologia. Di fondamentale importanza per evitare che ciò si verifichi -compromettendo così il sistema immunitario- è seguire una terapia farmacologica in gradi di “tenere a bada” il virus. Grazie agli antiretrovirali infatti -se presi sin dall’inizio della sieropositività- una persona con HIV ha la stessa aspettativa di vita di chi non è mai entrato in contatto con il virus.

Naturalmente, in Africa e soprattutto nei suoi luoghi più poveri sono pochissime le persone che hanno accesso a questi farmaci, e difficilmente possono tenere sotto controllo la malattia. 

La Giornata mondiale contro l’AIDS: il nostro impegno nelle baraccopoli di Nairobi

Da 15 anni operiamo nelle baraccopoli di Nairobi. Le baraccopoli sono grandi agglomerati urbani composti da baracche di pochi metri quadri, senza acqua corrente o elettricità. Qui la povertà è altissima, così come la diffusione di malattie croniche molto gravi come anemia falciforme e AIDS. Moltissimi tra i nostri bambini sono infatti affetti da HIV e hanno bisogno di farmaci retrovirali costanti per non contrarre la malattia e non diventare a loro volta contagiosi.

Quasi un keniota su 20 convive ogni giorno con l’HIV. UN dato fortunatamente in calo rispetto alla metà degli anni 90, in cui si sfiorava il 10% della popolazione positiva, ma ancora troppo alto. Un dato che si concentra nelle zone più povere della popolazione, come le zone rurali e le baraccopoli all’interno della capitale, Nairobi.

In Kenya i farmaci retrovirali per l’HIV sono gratuiti, proprio per affrontare la quota enorme di positivi presenti nel paese. Non sempre è presente però uno struttura che permetta alle persone di accedere ai farmaci. Per gli abitanti delle baraccopoli, anche poter avere dei farmaci letteralmente gratuiti rappresenta una sfida importante.

Noi lavoriamo per tenere sempre sotto controllo la salute dei nostri bambini e quella delle loro famiglie.

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