traffico di esseri umani

Il traffico di esseri umani, cos’è e dove si concentra

Negli ultimi due anni, in Africa, sono stati registrati più di 60 mila casi di vittime di quella che viene chiamata schiavitù moderna: il traffico di esseri umani. Si parla dei casi ufficiali, ma sappiamo bene quando gran parte di questo fenomeno risulti sommerso.

Le vittime di tali crimini appartengono generalmente a categorie particolarmente vulnerabili per la loro posizione economica e sociale all’interno della comunità, sono prevalentemente donne, anche se negli ultimi anni sono aumentati i casi di identificazione di vittime maschili minorenni.

Più nello specifico, la gran parte delle donne vittime del traffico di esseri umani viene spesso utilizzata nel racket della prostituzione, mentre i ragazzi che ne finiscono vittima vengono impiegati in zone di guerra o come forza lavoro. Per entrambi, la provenienza più marcata risulta essere l’Africa meridionale e occidentale.

Nei paesi del Nord del continente i maggiori casi di sfruttamento e di traffico riguardano il lavoro forzato, lo sfruttamento sessuale e l’uso di bambini per elemosinare nelle strade. Solo l’1% riguarda la rimozione di organi e il 2% l’inserimento della persona trafficata in attività criminali. Il 60% delle persone trafficate verso il Nord Africa arriva da paesi dell’Africa occidentale e orientale.

La Nigeria è il Paese più colpito dalla tratta, ma anche il Camerun, il Malawi, il Sud Africa stanno presentando dati sempre più preoccupanti. Ma quasi tutti i Paesi africani sono interessati. Il traffico si svolge in buona parte all’interno del continente ma è in costante aumento quello verso l’Europa. Si calcola che solo in Italia ci siano 60mila donne nigeriane, quasi interamente coinvolte nella prostituzione.

Traffico di persone: anche oltre oceano

Il traffico di esseri umani, o human trafficking, non va confuso con il traffico di migranti a scopo di lucro che consiste nel favorire l’ingresso illegale di una persona in uno Stato in cambio di compensi monetari molto elevati. I due fenomeni sono differenti dal punto di vista giuridico. 

Anche nei casi di percorsi migratori che non sembrano rientrare nel traffico di esseri umani in cui il trafficante favorisce l’ingresso dell’individuo con il solo fine di inserirlo in un canale di sfruttamento, non è inusuale che durante il lungo e pericoloso viaggio i migranti siano soggetti ad atti simili al traffico di esseri umani come ad esempio dover lavorare per lunghi periodi senza percepire nessun compenso o essere costretti ad offrire prestazioni sessuali per poter continuare il viaggio.

È inoltre frequente che proprio i campi di accoglienza provvisoria di migranti e richiedenti asilo in transito diventino i luoghi in cui i trafficanti avvicinano le proprie vittime.                                                                                                                                                 Sfollati e rifugiati sono sempre più nel mirino delle reti criminali che attaccano i componenti delle comunità più vulnerabili. I dati raccolti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni mostrano una realtà preoccupante dove più del 70% dei migranti in transito dal Nord Africa verso l’Europa è vittima di tratta, traffico di organi e altre forme di sfruttamento.

In quanti ne sono coinvolti?

Nel continente africano il traffico di esseri umani è piuttosto diffuso e si articola su scala internazionale, regionale e molto spesso anche nazionale. Secondo i dati raccolti dallo United Nations Office on Drugs and Crime , vittime di tratta di origine sub-sahariana sono state registrate in ben 69 Paesi, principalmente nei paesi del MENA( Middle East and North Africa) e nell’Europa meridionale e occidentale.  La maggior parte delle persone coinvolte nei flussi verso l’Europa provengono dai Paesi dell’Africa occidentale ma si sta assistendo a un aumento dei flussi provenienti da oriente del continente, in particolare dal Corno d’Africa. 

Tra gli adulti il traffico è composto quasi esclusivamente da donne provenienti principalmente da Nigeria e Uganda. Nella maggior parte dei casi i trafficanti condividono con le vittime un qualche tipo di collegamento, come l’appartenenza allo stessa comunità, gruppo etnico o la conoscenza della stessa lingua.  

I governi degli Stati africani hanno aderito agli sforzi globali per combattere il traffico di esseri umani. La Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, proibisce la schiavitù e il traffico di uomini. I casi registrati di identificazione di vittime di tratta sono ancora pochi ma visto che tali reati sono stati introdotti in tempi relativamente recenti, si presuppone che nei prossimi anni si assisterà a un miglioramento del sistema di identificazione e protezione delle vittime.

Il ruolo della povertà nel traffico di esseri umani

Non è difficile pensare a quanto la povertà di alcune zone dell’Africa faciliti e aumenti il traffico di esseri umani di cui sono vittime migliaia di persone.

Dal 2006 operiamo infatti nelle baraccopoli di Nairobi, uno dei luoghi più poveri al pianeta e dove milioni di persone vivono in baracche di pochi metri quadri. Qui l’insicurezza è altissima, soprattutto per donne e minori. Qui le gang criminali controllano il territorio e le attività economiche. In un contesto simile è facile prevedere quanto il traffico di esseri umani possa trovare spazio e terreno fertile.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn