Il nuovo libro del nostro presidente, Diego Masi

Nelle prossime settimane uscirà in libreria e sulle principali piattaforme il nuovo libro del nostro presidente Diego Masi, già autore, tra gli altri, di Exploding Africa ed Eurafrica.

Questo ultimo libro di Diego Masi si intitola “Italia un domani senza figli” parla di denatalità, declino e forse estinzione di paesi europei un tempo rigogliosi e ricchi. Di Italia e di Africa. Parlerà di come l’Europa perderà 100 milioni di cittadini per ritrovarsi, a fine secolo, vecchia, meno potente e con molti paesi in via di estinzione, tra cui l’Italia. 

Di come le donne in età fertile passeranno da 6 milioni di oggi a soli 4 milioni nel 2070, gli anziani saranno pari al 35% della popolazione e su ogni persona “attiva” peserà un bambino e un anziano, con servizi assistenziali impoveriti. Le famiglie per il 60% saranno senza figli o saranno composte da una sola persona e chi ne avrà, ne avrà uno solo. 

Famiglie quindi verticali senza più legami e senza più parenti.
In un Italia spopolata più al sud che al nord, con le isole dimezzate, con le grandi città svuotate, con la chiusura di metà dei borghi del Bel Paese.

Invece di avere paura dell’immigrato, bisognerebbe costruire ponti. Ponti pianificati con l’Africa. Se si iniziasse a capire che l’Africa è il serbatoio del prossimo futuro dell’Europa si potrebbe riuscire a mettere il nostro paese e il nostro continente in sicurezza.

E come si può fare?

Potremmo costruire con intelligenza sistemi di istruzione, per preparare e poi accogliere immigrati di qualità, formati dalle nostre scuole ed università nei paesi che hanno sottoscritto accordi e che vengono selezionati in base alle esigenze della nostra economia, aiutando anche i loro sistemi democratici.

Costretti ad accettare l’immigrazione, possiamo riceverla contro la nostra volontà sotto la spinta della necessità e della mancanza di forza lavoro. Oppure pianificarla e programmarla, creando le premesse per una accoglienza organizzata ed esportando contemporaneamente democrazia, diritti e libertà.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn