In quali paesi africani essere LGBT è reato?

Essendo entrati nel vivo del mese del Pride, il mese in cui le tematiche LBGTQIA+ entrano ancor di più al centro del dibattito, politico e non, nei vari paesi del mondo, è arrivato il momento di fare il punto su quanti paesi in Africa perseguitano ancora la comunità LGBT, con leggi discriminatorie che puniscono rapporti sessuali e affettivi tra membri dello stesso sesso o in generale tutti rapporti che si allontanano da quelli eterosessuali.

In quali paesi africani essere LGBT è reato?

Sono 32 i paesi africani che ancora hanno leggi contro la comunità LGBT, un numero molto considerato che il numero totale degli stati del continente nero è 54.

Un tipo di legge non ascrivibile ad una sola cultura o ad una sola religione, dato che coinvolge sia i paesi del Nord Africa e del Sahel, a nettissima maggioranza musulmana, sia i paesi dell’Africa subsahariana, tradizionalmente cristiani.

I paesi di cui parliamo sono: Algeria, Burundi, Camerun, Chad, Isole Comore, Egitto, Eritrea, Swaziland, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Kenya, Liberia, Libia, Malawi, Mauritania, Mauritius, Marocco, Namibia, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda, Zambia e Zimbabwe.

Nella maggior parte dei paesi, i rapporti sessuali tra individui dello stesso sesso sono puniti con la detenzione e con una multa pecuniaria. È interessante notare che in molti di questi stati, non tutti i comportamenti sessuali di tipo omosessuale sono puniti, ma solo quelli tra uomini.

In alcuni casi, come Mauritania e Uganda, la pena detentiva per chi è colpevole di atti omosessuali può anche essere la pena capitale, oppure l’ergastolo.

La situazione in Kenya

Qual è la situazione in Kenya, paese in cui operiamo dal 2006?

In Kenya l’attività sessuale tra persone dello stesso sesso è vietata secondo il Codice Penale del 1930, che criminalizza gli atti di “indecente libertà” e di “conoscenza carnale contraria all’ordine naturale”. Queste disposizioni prevedono una pena massima di quattordici anni di reclusione. Solo gli uomini sono criminalizzati da questa legge.

La legge è stata ereditata dagli inglesi durante il periodo coloniale, quando la legge penale inglese è stata imposta al Kenya. Il Kenya ha mantenuto il suo codice penale dell’era coloniale dopo l’indipendenza e continua a criminalizzare l’attività sessuale tra persone dello stesso sesso ancora oggi.

Ci sono prove che la legge sia stata applicata negli ultimi anni, con persone LGBTQ che occasionalmente sono state soggette ad arresto in base alle disposizioni criminalizzanti, anche se le segnalazioni suggeriscono che la polizia spesso utilizza leggi che criminalizzano “l’accattonaggio”, “l’istigazione” e “l’usurpazione di identità” per arrestare persone LGBTQ.

Il Kenya ha affrontato diverse importanti sfide legali alle disposizioni che criminalizzano e al trattamento delle persone e delle organizzazioni LGBTQ negli ultimi anni. Questi includono un caso che ha stabilito che l’uso di esami anali forzati è illegale e un caso che ha confermato il diritto delle persone LGBTQ di costituire e registrare organizzazioni. Una sfida costituzionale alle leggi che criminalizzano l’attività sessuale tra persone dello stesso sesso è stata respinta nel 2019 dalla Corte Suprema, ma attualmente è in corso un’appello.

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