Il Kenya sta pensando di tassare i Content Creator

Anche in Kenya, come nel resto dell’Africa orientale, il settore del Digital è in rapida espansione, con sempre più aziende che lavorano in questo settore. Allo stesso tempo, l’uso delle piattaforme social diventa man mano più permeante, anche grazie alla giovane età media del paese africano, creando una nuova figura professionale che coinvolge sempre più persone: il Content Creator.

Figura professionale che ora il governo è pronto a tassare.

Il disegno di legge finanziaria del Kenya del 2023 contiene una serie di proposte che intendono ampliare la fascia di tassazione del paese.

Una delle proposte controverse mira a sottoporre al pagamento di una ritenuta d’acconto del 15 percento i redditi derivanti dalla monetizzazione dei contenuti digitali.

Eric Omondi, un rinomato comico, guida i creatori di contenuti nell’opposizione a questa proposta.

“Non cercate, non pensate, non provate a tassare i giovani e in particolare i media online. Non tassate i creatori di contenuti perché non li avete creati, non li avete sostenuti. Non sapete chi sono, non conoscete le loro difficoltà, non avete mai parlato con loro. Non li avete mai chiamati, non li avete mai sostenuti. Volete tassarli, questo è un furto. Non potete prendere soldi che non vi appartengono”, ha detto il comico Eric Omondi.

I creatori di contenuti si lamentano del fatto che la tassa proposta è troppo elevata per una crescente economia digitale, considerando che ricevono un supporto minimo dal governo nella creazione dei contenuti.

Ramsey Kigwa, conduttore di Ramdee Production, ha aggiunto:

“Quello che guadagniamo su YouTube o altre piattaforme di social media non basta per le nostre esigenze. Quindi quando il governo interviene e insiste nel voler tassare il 15% su questo, significa che ci lasciano in una situazione negativa”, ha detto.

Gli economisti hanno anche indicato che, se approvata, la proposta avrà un impatto significativo sul reddito guadagnato dai singoli creatori di contenuti e sulla crescita dell’intera economia digitale.

“Una delle contraddizioni di questa tassa sui servizi digitali è la ritenuta del 15% e ricordate che si tratta solo di una ritenuta d’acconto. La ritenuta d’acconto non è definitiva, quindi i creatori di contenuti digitali dovranno comunque registrare i loro guadagni alla fine dell’anno per mostrare quanto hanno guadagnato. In altre parole, dopo aver pagato il 15%, si dovrà ancora pagare quella che chiamiamo una tassa finale”, ha spiegato l’economista Eric Odera.

Il corrispondente di Africanews a Nairobi, Ronald Agak, ha aggiunto:

“Il disegno di legge finanziaria sarà presentato al parlamento questo giovedì e l’attenzione si concentrerà ora sui membri del parlamento per vedere se lo approveranno o lo respingeranno”.

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