Il Kenya può aiutare a diminuire il CO2 nell’atmosfera?

Il Kenya potrebbe dare un contributo importante nella diminuzione, anzi nella cattura, della CO2 nell’atmosfera? Una start-up scommette di sì!

Octavia Carbon, fondata da Martin Freimüller, si è associata alla società di mineralizzazione del carbonio con sede a New York, Cella Mineral Storage, per costruire un impianto pilota di cattura diretta dell’aria(DAC) presso lo stabilimento di stoccaggio di Cella a Naivasha nella Rift Valley. L’impianto, che potrebbe diventare il primo del suo genere nel Sud del mondo, rimuoverà l’anidride carbonica dall’atmosfera e la stoccherà permanentemente sotto terra.

Il progetto, che creerà più di 100 posti di lavoro in Kenya, dovrebbe iniziare la costruzione verso la fine di quest’anno. Le macchine che verranno utilizzate saranno prodotte alle periferie di Nairobi. L’obiettivo è far partire il progetto intorno a ottobre 2024.

Attualmente, il più grande impianto DAC del mondo si trova in Islanda. Il centro, con una capacità di fino a 4.000 tonnellate di CO2 all’anno, è stato aperto da Climeworks nel 2021. Il progetto keniano, chiamato ‘Project Hummingbird’, inizierà con una capacità annuale di 1.000 tonnellate all’anno, con l’obiettivo di aumentarla a 50.000 tonnellate entro la fine del 2024 o l’inizio del 2025. A seconda di quanto velocemente gli altri impianti crescono, potrebbe diventare il progetto più grande al mondo.

È bene specificare che se questi progetti vorranno davvero avere un impatto ambientale soddisfacente, dovranno aumentare la loro scala e di molto. La capacità del progetto islandese corrisponde solo alle emissioni di 800 auto all’anno, e anche una capacità di 50.000 tonnellate in Kenya aumenterebbe quella cifra a 10.000 auto. Freimüller afferma che la capacità di stoccaggio dello stabilimento può essere notevolmente aumentata in futuro, grazie alla favorevole geologia del Kenya, che trasforma la CO2 immagazzinata in rocce.

“Vogliamo rendere il Kenya il leader globale nella DAC”, afferma Freimüller. Il progetto può essere “un importante motore di crescita verde nell’Africa orientale”.

Il processo DAC richiede molta energia, con circa 2.100 chilowattora (kWh) di calore geotermico e 400 kWh di elettricità necessari per rimuovere una tonnellata di CO2. Il Kenya, con la sua alta proporzione di energia rinnovabile, è una posizione ideale per massimizzare l’impatto. Circa l’85% dell’energia del progetto proviene dal calore geotermico di scarto, afferma Freimüller.

Un altro obiettivo del progetto è fungere da catalizzatore per lo sviluppo della capacità di energia geotermica del Kenya. Attualmente, circa 1 gigawattora al giorno di energia geotermica kenyota viene sprecata a causa della mancanza di una domanda finanziabile, afferma Freimüller. L’esempio del progetto DAC, sostiene, può essere un catalizzatore nel processo di creare maggiore domanda.

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