Cambiamento climatico - siccità - inondazioni

Il cambiamento climatico: siccità e inondazioni in Kenya

Il 2023, per il Kenya, è stato il quinto anno consecutivo in cui le precipitazioni durante le stagioni delle piogge sono state sotto la media, rappresentando il più lungo e grave periodo di siccità nel Paese degli ultimi quarant’anni.

Allo stesso tempo, le precipitazioni che si sono verificate hanno causato enormi danni in termini sociali ed economici.

Il cambiamento climatico in Kenya

In Kenya è uno Stato dell’Africa orientale che si affaccia sull’Oceano Indiano. Essendo il Paese tagliato a metà dall’Equatore, il clima è tipicamente equatoriale: caldo e molto umido sulla costa e caldo e secco nell’entroterra, con alcune zone più miti, a seconda dell’altitudine.

Normalmente, durante l’anno ci sono due stagioni delle piogge: una compresa tra marzo e maggio (le cosiddette “lunghe piogge”) e una tra ottobre e dicembre (le “brevi piogge”).

Negli ultimi decenni, e ancor più negli ultimi anni, gli effetti del cambiamento climatico si sono manifestati con maggiore evidenza un po’ ovunque nel mondo, ma in particolare nelle aree le cui condizioni climatiche già presentano periodi con caratteristiche agli estremi, in termini di temperature e precipitazioni.

Nel caso del Kenya, infatti, il 2023 si è rivelato uno degli anni più avversi di sempre a causa dei prolungati e intensi periodi di siccità alternati a fortissime e violente precipitazioni, che hanno causato enormi danni a milioni di persone.

[Fonte del grafico: East Africa Drought Watch – Periodo di riferimento: seconda decade di marzo 2023]

Si stima che, dei 55 milioni di abitanti del Kenya, oltre 6 (quindi più di una persona su dieci) abbia avuto bisogno di assistenza umanitaria nel corso dell’anno: si tratta del numero più alto di persone bisognose registrato in Kenya nell’ultimo decennio.

Il problema, dunque, ruota attorno all’acqua: risorsa che in molte zone del Paese non è di immediata disponibilità e, soprattutto, non ha una presenza costante nell’ecosistema, data l’estrema instabilità che ormai caratterizza l’alternarsi di periodi di siccità a piogge torrenziali.

Gli effetti del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico contribuisce quindi ad accentuare le fasi temporali dell’anno in cui le precipitazioni sono assenti oppure, al contrario, molto intense.

La stagione secca negli ultimi anni è stata caratterizzata da sempre minori precipitazioni (si pensi che nella capitale Nairobi, nel 2023, le prime piogge dell’anno si sono manifestate soltanto il 15 marzo) e da temperature medie sempre più alte. La siccità ha avuto un impatto devastante sull’accesso all’acqua delle comunità locali: quasi il 95% delle vasche per lo stoccaggio dell’acqua si è prosciugato nel 2022.

Le conseguenze negative di questo fenomeno sono svariate e incidono pesantemente sulla vita dell’uomo.

Oggi, le persone che abitano le aree rurali devono camminare – in media – tra gli 8,6 e i 17,6 chilometri per accedere all’acqua, con un sensibile aumento rispetto al passato.

La crisi idrica ha causato un innalzamento dell’abbandono scolastico da parte dei bambini (per via della mancanza di acqua nelle scuole e dell’onere del trasporto dell’acqua, posto sui bambini stessi), aumentato il rischio di mortalità materna e la diffusione di malattie trasmissibili.

In alcuni casi, inoltre, le donne in procinto di partorire sono costrette a portare in ospedale la propria acqua, poiché le riserve delle strutture sanitarie sono completamente esaurite. La mancanza di accesso ad acqua pulita e sicura ha causato, inoltre, un aumento delle morti durante il parto.

Ragazze e donne si trovano impossibilitate a far fronte al ciclo mestruale e all’igiene personale, dal momento che l’acqua disponibile non basta nemmeno per bere e cucinare.

La siccità, infine, ha inasprito la violenza intercomunitaria, facendo nascere o risorgere conflitti per l’approvvigionamento di risorse tra i vari gruppi sociali che abitano le regioni più colpite.

Considerando che il settore primario in Kenya occupa una fetta consistente dell’economia del Paese, i danni economico-sociali derivanti dal cambiamento climatico sono immensi. La morte del bestiame a causa della scarsità di cibo e acqua o per via delle inondazioni dovute alle forti piogge e la distruzione dei raccolti per gli stessi motivi determinano la riduzione, ove non la scomparsa, delle fonti di sostentamento per l’essere umano, intese sia come attività economiche per la sopravvivenza delle famiglie e le comunità, sia come risorse materiali necessarie per nutrirsi quotidianamente.

Solamente tra ottobre e dicembre del 2023, vaste aree del territorio nazionale hanno subito allagamenti anche a causa di El Niño, la violenta perturbazione che ha colpito il Paese.

I morti sono stati oltre 1700 e gli sfollati più di mezzo milione, a seguito della distruzione di interi villaggi e zone rurali abitate dalle comunità locali.

La risorsa più importante

Ecco che, quindi, all’interno di una situazione già precaria dal punto di vista sociale ed economico, si verificano eventi che aggravano problemi come la povertà, la malnutrizione, la diffusione di malattie già presenti (per esempio il colera, che si trasmette più rapidamente a seguito di calamità naturali, quando le condizioni igienico-sanitarie sono particolarmente disastrose) e la disoccupazione.

Come purtroppo appare sempre più chiaro, la tendenza vede un peggioramento della situazione dovuto al cambiamento climatico, che determina stagioni e condizioni climatiche instabili ed estreme: grande siccità alternata a violente precipitazioni. In entrambi i casi, il fattore chiave è rappresentato dall’acqua: elemento essenziale per la vita umana e che necessita di un equilibrio che, invece, è sempre più precario.

Garantire un corretto ed adeguato accesso alle risorse idriche è uno dei punti chiave per gli interventi a sostegno delle comunità che risiedono nelle zone colpite da siccità e inondazioni.

L’accesso all’acqua, infatti, oltre ad essere un diritto che l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite mira a garantire universalmente, è un elemento imprescindibile e irrinunciabile per la sopravvivenza umana e, in quanto tale, è necessario va tutelato con ogni mezzo.

Alice for Children, da anni, fa la sua parte per cercare di assicurare questo diritto alla persone beneficiarie dei progetti.

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