fame in Africa

La cause della fame in Africa

Qual è la situazione della fame in Africa?
Ai nostri occhi si presenta un’istantanea impietosa che fotografa la condizione disuguale delle regioni del mondo, il divario fra economie sviluppate e solide e realtà rese fragili dall’instabilità politica, dai cambiamenti climatici, dai conflitti e dalla pandemia, che si traduce nella spaccatura fra Paesi ricchi di cibo e Paesi a corto dei mezzi di sostentamento.

La fame in Africa

Sono essenzialmente cinque i cofattori che mettono a repentaglio la sicurezza alimentare a livello globale e che sono, quindi, le prima cause della fame in Africa, stando a un report pubblicato a marzo 2021 dalla FAO, L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura:

  • Il COVID-19, che continuerà ad avere un impatto su numerosi Paesi in tutto il mondo, lasciandoli altamente vulnerabili agli shock economici. L’America Latina è la regione più colpita dal declino economico e sarà la più lenta a riprendersi. In Medio Oriente, Yemen, Siria e Libano sono gravemente colpiti da un rapido deprezzamento della valuta e da un’inflazione alle stelle;
  • Conflitti e altre forme di violenza, destinati ad aumentare in alcune parti dell’Afghanistan, nella Repubblica Centrafricana, nel Sahel centrale, in Etiopia, in Nigeria settentrionale, in Mozambico settentrionale, in Somalia, Sud Sudan e Sudan;
  • I cambiamenti climatici, che stanno provocando la fame in diverse parti del mondo, dall’Afghanistan al Madagascar e al Corno d’Africa;
  • L’invasione delle locuste, in Africa orientale e sulla costa del Mar Rosso continuano a destare preoccupazione. Nell’Africa meridionale, in alcune parti dell’Angola, del Botswana, della Namibia, dello Zambia e dello Zimbabwe, le locuste migratorie africane minacciano di devastare i raccolti estivi;
  • La difficoltà di accesso nei paesi più fragili, che impedisce agli attori internazionali di aiutare le persone bisognose contribuendo ad esacerbare le crisi alimentari.

La fame in Africa nel 2020 e nel 2021

La fame in Africa è aumentata negli ultimi dieci anni; più precisamente, il fenomeno ha registrato un peggioramento a partire dal 2013. Stando ai dati di un recente rapporto della FAO, nel 2020 erano 281,6 milioni gli abitanti denutriti, con un aumento di 89,1 milioni rispetto al 2014. Il continente non è afflitto nella stessa misura dall’inedia, infatti circa il 44 percento delle persone denutrite nel continente vive nell’Africa orientale, il 27 percento in Africa occidentale, il 20 percento in Africa centrale, il 6,2 percento in Africa settentrionale e il 2,4 percento in Africa meridionale. 

Oggi, i paesi maggiormente bisognosi di aiuti umanitari nel sostegno alla sicurezza alimentare sono il Sudan del Sud, la regione settentrionale della Nigeria e i Burkina Faso, il Paese più povero del mondo, fidandosi dei dati macroeconomici forniti dalla Banca Mondiale. In Sudan del Sud circa 7,2 milioni di persone, il 60% della popolazione, infatti, lottano ogni giorno per disporre del cibo necessario.

Secondo il World Food Programme, sono già 395.700 le persone che soffrono condizioni di insicurezza alimentare estrema nei tre Stati del nord est della Nigeria (Borno, Yobe e Adamawa), l’area imperversata dalle azioni del terrorismo e dai conflitti. Gli sfollamenti e la pandemia di COVID-19 hanno provocato, tra il 2019 e il 2020, un aumento del 65,7% delle persone che vivono in condizioni di insicurezza alimentare. Su una popolazione di poco più di 21 milioni di persone, in Burkina Faso sono 3,5 milioni le persone che hanno bisogno di aiuto umanitario, di queste circa 2 milioni sono in stato di emergenza alimentare.

Come sta il Kenya?

Oltre alla necessità di cessare i conflitti, le misure a breve termine per affrontare la sfida della fame includono gli aiuti umanitari ed efficaci misure di protezione sociale; mentre, a lungo termine, i Paesi dovrebbero investire nell’agricoltura e nei settori correlati, nonché nei servizi idrici, sanitari ed educativi.

In Kenya, Alice for Children opera da quindici anni a sostegno dei più fragili, ovvero i bambini e le bambine nati e  cresciuti nelle baraccopoli di Nairobi, composti da baracche fatiscenti, abitati da milioni di persone che spesso  hanno poco o niente e che per sopravvivere devono raccogliere rifiuti a mani nude per pochi centesimi al giorno. Una situazione peggiorata ulteriormente a causa del Covid e dei lockdown imposti dal governo, che hanno portato alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro.

Qui lottiamo ogni giorno contro la fame in Africa, sostenendo dal punto di vista alimentare più di 3000 bambini delle baraccopoli insieme alle loro famiglie.

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