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L’acqua: diritto di tutti, privilegio di pochi

L’Agenda 2030 dell’ONU fissa i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (i cosiddetti SDG – Sustainable Development Goals), ossia gli ambiti e le modalità di intervento che devono essere presi in considerazione per contribuire allo sviluppo globale e al benessere umano, nel rispetto e la protezione dell’ambiente.

L’accesso all’acqua e ai servizi igienici

Il sesto obiettivo consiste nel garantire a tutti l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Data l’ampiezza e l’importanza dell’obiettivo, esso richiede necessariamente ulteriori interventi come la tutela e il ripristino degli ecosistemi naturali relativi alla presenza di risorse idriche, la protezione delle acque dalle sostanze inquinanti e il miglioramento delle reti idriche e fognarie.

I progetti di Alice for Children sono in linea con gli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 e, di volta in volta, gli interventi vengono modellati per contribuire a massimizzare i benefici per le persone e le comunità coinvolte.

Il contesto operativo 

L’ambiente in cui operiamo presenta innumerevoli criticitàdal punto di vista sociale, economico, culturale e igienico-sanitario. In relazione a quest’ultimo aspetto, in particolare, i problemi esistenti che incidono direttamente sulla vita delle persone sono strettamente legati alla disponibilità di acqua.

Se in tutto il Kenya 4 persone su 10 non hanno accesso all’acqua potabile, nelle baraccopoli di Korogocho e Dandora, a Nairobi, la situazione è ben  peggiore: l’accesso a questo bene primario ed essenziale non è un diritto che può essere dato per scontato, per nessuno.

All’interno di queste distese di lamiere e fango sovrappopolate di persone non esiste una vera e propria rete idrica funzionante e gli abitanti devono arrangiarsi come possono.

La mancanza di acqua potabile porta con sé gravi conseguenze: oltre all’ovvia impossibilità di disporre di acqua potabile e per cucinare, gli abitanti degli slum non hanno nemmeno i mezzi per provvedere all’igiene personale. A ciò si aggiunga l’assenza di rete fognaria: questo significa, di conseguenza, non poter far fronte alle esigenze di salute personale in un Paese dove, peraltro, la sanità non è un servizio pubblico.

Per quanto riguarda il distretto di Rombo – l’area rurale i cui operiamo ai piedi del Kilimanjaro – la situazione è diversa, ma non meno critica.

Gli abitanti della comunità Maasai del luogo devono fare i conti con le dure condizioni climatiche della zona, dove a lunghi e intensi periodi di siccità si alternano violente piogge torrenziali. In entrambi i casi, le conseguenze sull’ecosistema e sulla vita delle persone sono disastrose: acqua e cibo diventano difficili da reperire in un contesto in cui, già normalmente, le famiglie sono costrette a percorrere decine di chilometri a piedi per l’approvvigionamento delle risorse idriche. Le fasi estreme che il clima attraversa, inoltre, distruggono i raccolti e uccidono il bestiame, le uniche fonti di sostentamento per la popolazione locale.

L’intervento di Alice for Children

Data la vitale importanza della questione – l’acqua è effettivamente un elemento indispensabile per la sopravvivenza umana -, nei progetti che abbiamo sviluppato come Alice for Children abbiamo dovuto necessariamente farci carico della problematica.

Per contribuire al raggiungimento del sesto obiettivo degli SDG, è stato necessario – tra i tanti interventi effettuati – mettere in campo azioni concrete ed immediatamente efficaci.

In primis, ad Alice Village, il nostro orfanotrofio nella periferia di Nairobi, abbiamo realizzato due grandi cisterne – è già stata programmata la costruzione di altre quattro – per la raccolta dell’acqua piovana, in modo da poterla impiegare per usi non alimentari, come il lavaggio delle strutture e dei vestiti.

Per l’approvvigionamento di acqua ad uso alimentare e sanitario, abbiamo realizzato un pozzo, che rifornisce le nostre strutture, oltre che le famiglie che abitano nella zona circostante.

Al fine di rendere potabile e sicura quest’acqua è stata inoltre necessaria l’installazione di un impianto di depurazione che permette di rimuovere impurità e batteri e garantire la sicurezza alimentare dei bambini e dello staff in loco.

Nel cuore dello slum di Korogocho sorge una delle nostre scuole, la Grapesyard Primary School. La struttura, che accoglie circa 1200 studenti, formalmente dispone di un collegamento alla compagnia statale di distribuzione dell’acqua. In concreto, però, ciò non accade con regolarità: spesso, la fornitura d’acqua è effettiva solamente un giorno a settimana, mentre durante i restanti giorni i bambini sono costretti a farne a meno.

Ecco perché, anche qui, si è reso necessario costruire due cisterne per l’acqua e, con l’ampliamento della sezione dedicata alla scuola media che è attualmente in corso, un’ulteriore cisterna verrà aggiunta.

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Abbiamo inoltre ristrutturato completamente i servizi igienici per bambini e bambine, i quali necessitano di un luogo pulito e sicuro per i propri bisogni fisiologici.

La stessa cosa è stata fatta nella Claires Primary School, situata nello slum di Dandora: la scuola è stata attrezzata con due cisterne, che vengono rifornite mensilmente per poter alimentare tutta la struttura, che ospita oltre 600 studenti.

Nel nostro asilo nido, Alice Baby Care, situato anch’esso nella baraccopoli di Korogocho, abbiamo installato un’altra cisterna per garantire le risorse idriche indispensabili per la gestione della struttura, che accoglie quotidianamente circa 20 bambini tra 0 e 3 anni, per permettere alle madri di recarsi al lavoro senza doverli lasciare incustoditi o portarli con sé in luoghi insicuri e malsani.

Per quanto riguarda il progetto sviluppato nell’area rurale di Rombo, infine, i problemi sono causati – come detto – dalle condizioni climatiche sempre più instabili ed estreme.

La scuola che abbiamo fatto rinascere, Nasipa Primary School, si trova in piena savana e l’accesso alle risorse è molto complicato.

Per questo motivo, è sorta l’esigenza di realizzare un collegamento con un pozzo preesistente nell’area tramite una conduttura della lunghezza di 12 km al fine di garantire l’approvvigionamento di acqua potabile per la scuola, che ospita circa 500 studenti, oltre che per gli abitanti della zona. Questi ultimi, peraltro, contribuiscono al progetto attraverso attività di manutenzione e controllo della struttura. A protezione dell’integrità dell’impianto, abbiamo inoltre recintato l’intera scuola per tenere lontani i branchi di elefanti che, periodicamente, causavano danni.

La nostra priorità

Considerata l’importanza della questione legata alle risorse idriche e alla loro tutela e tenuto conto degli effetti aggravanti dovuti al cambiamento climatico, per Alice for Children l’accesso all’acqua da parte dei beneficiari dei progetti rimane una priorità assoluta.

Pensiamo che garantire questo diritto fondamentale sia la base indispensabile per la buona riuscita delle altre iniziative che portiamo avanti, il cui fine primario è il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini e delle loro famiglie.

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