Che lingua si parla in Kenya

Che lingua si parla in Kenya?

Che lingua si parla in Kenya?

Crocevia di culture e popolazioni, per ragioni storiche e geografiche il Kenya è caratterizzato da una fortissima diversità etnico-culturale e linguistica al suo interno, che costituisce un’inestimabile risorsa per il paese.  

Oggi le lingue ufficiali dello stato keniano sono lo swahili e l’inglese, ma si contano complessivamente fra i 40 e i 70 idiomi parlati nelle numerose comunità locali su tutto il territorio nazionale, almeno 42 secondo World Population Review.
Di seguito, prenderemo in considerazione le lingue più diffuse nel paese: le due precedentemente menzionate e lo ‘Sheng’.

L’inglese in Kenya

Per capire che lingua si parla in Kenya occorre partire dal passato coloniale che ha coinvolto il paese africano.
Durante la dominazione da parte dell’impero britannico venne infatti imposta la lingua inglese a tutto il paese, lingua tutt’ora utilizzata.

È la lingua utilizzata principalmente nelle conversazioni formali, nella stesura di documenti legali e nei procedimenti giudiziari. È la lingua delle grandi imprese, la più diffusa nell’istruzione superiore e adottata dalle istituzioni, governative e diplomatiche. La maggior parte dei progetti di legge presentati all’Assemblea Nazionale, ad esempio, è redatta in inglese. Insomma, è una lingua usata nelle alte sfere della società

La conoscenza diffusa di una lingua internazionale, come l’inglese, ha storicamente favorito la comunicazione interetnica, ma, secondo alcuni studiosi, questo retaggio della storia coloniale ha impedito lo sviluppo e l’uso delle lingue regionali e indigene. Molti bambini provenienti da ambienti d‘élite, infatti, imparano l’inglese come prima lingua e non ricevono input linguistici nelle loro lingue madri dai loro genitori. 

Nel tempo, i kenyani hanno sviluppato il cosiddetto ‘inglese kenyano’, che arricchisce la lingua europea di elementi e caratteristiche dello swahili e delle lingue bantu.

Lo swahili e le lingue autoctone

Lo swahili, o kiswahili, è una lingua indigena della sottofamiglia bantu e fa parte delle lingue franche del continente africano, diffuso in dodici nazioni dell’area, per questa ragione eletta fra le lingue ufficiali dell’Unione Africana. Lo swahili condivide con l’inglese lo status di lingua dominante e ufficiale del Kenya.

Sviluppatosi come lingua costiera comune a partire dal XIII secolo, è nato dall’incontro fra l’arabo e gli idiomi locali in uso a quel tempo. Infatti, i primi documenti scritti in swahili furono lettere scritte nel Settecento usando la scrittura araba. 

Questo idioma, che oggi adotta l’alfabeto latino, incorpora innumerevoli parole straniere (principalmente di provenienza araba, hindi, persiana e inglese) e viene considerata la più flessibile di tutte le lingue dell’Africa orientale. Lungo la costa del Kenya vengono parlati numerosi dialetti di lingua swahili, tra cui il Kivumba (originario della costa meridionale), Mambrui (originario di Malindi) e Kimvita (originario di Mombasa).

In Kenya, lo swahili è adottato nei media, nell’istruzione primaria e universitaria, nonché dalle amministrazioni locali. È strettamente connesso alla vita urbana e a determinate occupazioni, come alle piccole attività commerciali. 

Le trasmissioni televisive sono di norma sia in swahili che in inglese, mentre le trasmissioni radiofoniche possono essere ascoltate in swahili, inglese e in varie altre lingue africane. 

Lo swahili parlato ‘standard’ è solitamente considerato il dialetto di Zanzibar, ma nel parlato la lingua presenta, fra le varie realtà locali, differenze significative: nel paese si possono identificare sette dialetti e tre sottodialetti. 

Nelle zone rurali, lo swahili si incontra di solito solo nei media (tv e radio), nei negozi asiatici locali o nei giornali; viene insegnato nelle scuole insieme all’inglese, ma in queste aree del paese i bambini ricevono prevalentemente l’istruzione scolastica nella loro lingua locale. 

Oltre allo swahili

Oltre allo swahili, come accennato, vengono parlate numerose lingue locali, principalmente appartenenti alle sotto-famiglie linguistiche bantu e nilotiche. Fra queste la più diffusa, con circa 6 milioni di locutori, è il kikuyu, parlato dall’omonima popolazione stanziata nella parte centrale del Kenya, in un’area compresa fra Nairobi e il Monte Kenya.  Il gruppo etnico dei Kikuyu costituisce il più numeroso del paese, circa il 17% dei 53 milioni di abitanti. Tra le lingue nilotiche si annovera il maasai, parlato dal più noto, ma ristretto (circa 800 000 sul milione e mezzo di locutori di questo idioma), gruppo etnico che abita gli altipiani al confine fra Kenya e Tanzania.

Le lingue in movimento: lo Sheng

Come anticipato, lo swahili è una lingua molto flessibile e il Kenya un paese culturalmente vivace ed eterogeneo. 

L’adattabilità dello swahili traspare dalla proliferazione di una nuova lingua nelle città del Kenya, soprattutto a Nairobi: lo Sheng.  Lo Sheng è un patois , ovvero una forma di slang (Swahili English slang), che combina la grammatica e la sintassi dello swahili, dell’inglese e di diverse lingue bantu (dholuo, luhya, kikuyu e kikamba). 

I dati storici mostrano che lo Sheng è nato e si è sviluppato all’interno delle fasce sociali più povere ed emarginate degli slums e del settore informale di Nairobi negli anni Sessanta, ma che non è rimasto circoscritto a quel contesto socio-economico. 

Si è infatti spostato verso l’alto nella struttura sociale keniota, dove parlare Sheng è diventato un segno di ‘coolness’ cosmopolita. Uomini e donne istruiti, studenti delle scuole secondarie e un numero crescente di residenti in città parlano Sheng al mercato, per le strade, e anche a casa. 

Dunque, che lingua si parla in Kenya? La risposta è molteplice, dipende dal contesto sociale, geografico ed etnico della comunità di cui si parla.

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