diritti delle bambine in africa

I diritti delle bambine in Africa vengono violati ogni giorno

In Africa le bambine sono la categoria più fragile e soggetta a soprusi, pagano salatamente il prezzo di essere alla mercé di un mondo adulto, molte volte crudele e indifferente ai diritti delle bambine in Africa; ma pagano anche il loro essere donne, bersaglio facile delle violenze e delle discriminazioni da parte degli uomini.

I problemi delle donne nell’ambito dell’educazione, della libertà dalle violenze e dell’emancipazione, sono gli stessi delle bambine, ma per queste hanno un peso ancor maggiore, perché le condannano ad una vita di privazioni, ingiustizia e violazioni di diritti. Il rispetto dei diritti dei minori significa la possibilità di vedere crescere generazioni di persone più felici e meno disposte ad accettare trattamenti ingiusti, perché non solo beneficiarie di quei diritti, ma anche consapevoli delle proprie libertà.

La Convenzione ONU sui diritti dei bambini

Proprio per mettere a chiare lettere la posizione della comunità internazionale sui diritti dei minori, l’Organizzazione delle Nazioni Unite si è dotata della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991. Questo documento codificava i diritti imprescindibili e fondamentali dei minori, per confermare la loro condizione delicata e speciale di soggetti di diritto. 

I principi fondamentali che la convenzione stabilisce sono la non discriminazione, il diritto alla vita, il diritto all’opinione del minore e ad essere ascoltati nei processi decisionali che li riguardano, e molti altri ancora.

La violazioni dei diritti delle bambine in Africa

La Convenzione, dunque, definisce i diritti dei bambini una priorità, a prescindere dal sesso, dalla loro razza e religione. Nonostante questo, le bambine africane affrontano ancora oggi gravi problemi, come aborti selettivi e infanticidi delle bambine, mutilazioni genitali femminili, difficile accesso all’istruzione, matrimoni precoci e gravidanze precoci, violenza contro di loro. L’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) stima che nel 2020 circa 4,1 milioni di donne sono state  vittime delle mutilazioni genitali femminili (MGF). Tra queste 290mila ragazze in Somalia, il Paese con il più alto tasso di MGF al mondo, con circa il 98% della popolazione femminile locale infibulata.

Sul versante scolastico, l’Unesco (l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) ha stimato che a fine marzo 2020 erano circa 743 milioni le bambine e le ragazze impossibilitate ad andare a scuola a causa del lockdown e di queste, 111 milioni vivevano nei Paesi meno sviluppati, “dove già normalmente andare a scuola è rappresenta una sfida”.

In Mali, Niger e Sud Sudan (tre Paesi con i tassi d’iscrizione e completamento dei cicli formativi più bassi tra le ragazze) la chiusura delle scuole ha significato l’abbandono definitivo degli studi da parte di oltre quattro milioni di loro. In tutto il mondo sono circa 11 milioni le alunne che non sono ritornate a scuola nel 2020 e forse non lo faranno mai più. Per quanto riguarda i matrimoni precoci, secondo i dati UNICEF, la più alta prevalenza è concentrata nell’Africa occidentale (40%), seguita dall’Africa orientale e meridionale (34%).

in 17 Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, almeno il 10% delle giovani donne si sposano prima dei 15 anni. Tra le violazioni dei diritti delle bambine ci sono anche quelle legate a conflitti e la tratta di esseri umani: sono circa 100mila le bambine soldato, mentre delle 2,4 milioni di persone vittime di tratta, le bambine rappresentano il 20 per cento.

I diritti delle bambine: il caso del Kenya

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono una delle manifestazioni più estreme di violenza contro ragazze e donne, che condiziona tutta la loro vita. In Kenya sono illegali e vietate dal 2011, punite con pene come il carcere da tre anni in su e multe fino a duemila dollari. Tuttavia, ciò non ferma l’esecuzione illegale della pratica.

Nelle baraccopoli di Nairobi, e non solo, i diritti delle bambine vengono ogni giorno violati. Per loro il diritto all’istruzione è un miraggio, perché non possono cedere alle classi scolastiche dovendo contribuire all’economia di casa (spesso lavorando nelle discariche). Anche  il diritto alla salute è poco più che fantasia: spesso non sono dotate né di assorbenti né di bagni dove espletare i propri bisogni.

Le violazioni dei diritti delle bambine in Africa sono una piaga; e un aspetto grave è che queste avvengano a loro insaputa, poiché ignare di star subendo dei soprusi e trattamenti che ledono fisicamente la loro persona e il loro futuro. Sapendolo, forse, non avrebbero comunque la capacità di sottrarvisi, ma avrebbero la possibilità di dire e pensare ‘no, non voglio’.

Alice for Children opera nelle baraccopoli di Nairobi e garantisce a migliaia di bambine istruzione e assistenza, ascolto e dignità, perché crescano e diventino ragazze e donne padrone della propria vita, libere e consce dei propri diritti. 

Insieme possiamo difendere i diritti delle bambine in Africa.

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