Diritto al cibo nell'Agenda 2030

Diritto al cibo nell’Agenda 2030: Insieme nella lotta contro la fame

Cosa sono il diritto al cibo e l’Agenda 2030? Ed esiste la menzione al diritto al cibo nell’Agenda 2030? Di seguito cercheremo di rispondere il più chiaramente possibile a queste domande.

Il diritto al cibo nell’Agenda 2030

 L’Agenda 2030 è nata in seno alle Nazioni Unite per affrontare le grandi sfide globali, ponendosi come obiettivo di raggiungere determinati traguardi entro il 2030. Parlando di diritto al cibo nell’agenda 2030, Il secondo degli obiettivi è proprio sradicare la fame e tutte le forme di malnutrizione ovunque nel mondo nei prossimi 15 anni e recita: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.”

Secondo il diritto internazionale, il diritto al cibo è oggi ampiamente riconosciuto come un diritto umano: tutti gli esseri umani, infatti, hanno diritto ad aver cibo che sia disponibile in quantità sufficiente, sia adeguato da un punto di vista nutrizionale e culturale, e sia fisicamente ed economicamente accessibile.

Il diritto al cibo può essere garantito solo assicurando a ogni individuo l’accesso a risorse produttive (in particolare alla terra, acqua, sementi, ma anche alla pesca e alle foreste), al lavoro e a schemi di protezione sociale che tutelino i più vulnerabili, in particolare donne e popolazioni indigene.

Qualora il diritto al cibo non sia tutelato, le vittime di tale violazione possono richiedere giustizia attraverso le istituzioni nazionali di difesa dei diritti umani, e, a livello internazionale, a istituzioni regionali, oltre che a organi delle Nazioni Unite. Insomma, sulla carta tutto bene, ma la realtà è un’altra cosa, ben peggiore.

Il quadro della situazione

È necessario un cambiamento profondo nel sistema mondiale agricolo e alimentare per nutrire le milioni di persone che oggi soffrono la fame e i miliardi di persone che abiteranno il nostro pianeta nel 2050. Il settore alimentare e quello agricolo offrono soluzioni chiave per lo sviluppo, e sono vitali per l’eliminazione della fame e della povertà. Circa 795 milioni di persone nel mondo sono denutrite. 

La maggior parte delle persone che nel mondo soffre la fame vive in Paesi in via di sviluppo, dove il 12,9% della popolazione è denutrita.  L’Asia è il continente con il maggior numero di persone che soffrono la fame: due terzi della popolazione totale rischia di morire di inedia. Negli ultimi anni la percentuale si è ridotta in Asia meridionale, ma è aumentata leggermente in Asia occidentale. I maggiori problemi di denutrizione continuano a essere rilevati in Asia meridionale, con quasi 281 milioni di persone denutrite.

La malnutrizione provoca quasi la metà (45%) delle morti nei bambini al di sotto dei cinque anni,  3,1 milioni di bambini all’anno, e  un bambino su quattro soffre di ritardo nella crescita. Nei Paesi in via di sviluppo, la proporzione può salire a 1 su 3, dove sono 66 milioni i bambini che della scuola primaria che vanno a scuola affamati, di cui solo 23 milioni solo in Africa.

Diritto al cibo nell’Agenda 2030: Gli obiettivi

L’obiettivo è  porre fine alla fame e garantire a tutte le persone, in particolare ai poveri e le persone più vulnerabili, tra cui neonati, un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno.

I traguardi sono essenzialmente:

1)Entro il 2030, porre fine a tutte le forme di malnutrizione e  raggiungere, entro il 2025, i traguardi concordati a livello internazionale contro l’arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età, soddisfando le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e le persone anziane;

2)Entro il 2030, raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di cibo su piccola scala, in particolare le donne, i popoli indigeni, le famiglie di agricoltori, i pastori e i pescatori, anche attraverso un accesso sicuro ed equo a terreni, altre risorse e input produttivi, conoscenze, servizi finanziari, mercati e opportunità per valore aggiunto e occupazioni non agricole; implementare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a proteggere gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, a condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri e che migliorino progressivamente la qualità del suolo

3)  Aumentare gli investimenti, anche attraverso il miglioramento della cooperazione internazionale, in infrastrutture rurali, ricerca agricola e formazione, sviluppo tecnologico e le banche di geni vegetali e animali, al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati. 

4)Correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l’eliminazione parallela di tutte le forme di sovvenzioni alle esportazioni agricole e di tutte le misure di esportazione con effetto equivalente. Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e loro derivati e facilitare l’accesso rapido alle informazioni di mercato, incluse le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l’instabilità estrema dei prezzi dei beni alimentari.

Alice for Children in campo per il diritto al cibo

Alice for children lavora da più di 15 anni in Kenya, nelle baraccopoli di Nairobi, proprio per assistere alcune tra le comunità più vulnerabili del pianeta.
Milioni di bambini delle baraccopoli non hanno abbastanza cibo per crescere, questo mette a repentaglio la loro salute e la loro vita.

Alice for children sostiene dal punto di vista alimentare più di 3000 bambini dello slum, aiutando anche con un sostegno alimentare le famiglie dei nostri bambini, messe a dura prova dalla pandemia.

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