A Uhuru Kenyatta ultimamente non ne va giusta una. Il presidente del Kenya è al momento su tutti i giornali a seguito delle rivelazioni scaturite dall’inchiesta nota come Panama Papers, contente informazioni sui conti nei paradisi fiscali off-shore di migliaia di privati cittadini e figure pubbliche appartenenti al mondo dello spettacolo e della politica, e Kenyatta comparirebbe fra questi ultimi; poi, in vista delle elezioni del 2022, aveva provato a portare avanti una revisione della Costituzione in modo tale da non uscire dalla cerchia di governo, ma il tentativo è stato bocciato dalla Corte Suprema.
Fra meno di un anno il paese andrà alle urne per scegliere il nuovo presidente, che, salvo incredibili colpi di scena, non sarà l’attuale Kenyatta, in carica dal 2013. La domanda che qui ci poniamo è: qual è la storia delle presidenziali e quali sono le competenze del presidente del Kenya?
Il sistema politico e i presidenti del Kenya
Il Kenya è una repubblica democratica indipendente dal 1963 con un ordinamento di tipo presidenziale: la carica più alta della Repubblica kenyana esercita le funzioni sia di capo del governo che di capo di Stato, per un massimo di due mandati. La Costituzione del Kenya prevede un sistema parlamentare bicamerale, costituito dall’Assemblea Nazionale e dal Senato. L’Assemblea Nazionale è formata da 349 membri più uno Speaker, mentre il Senato ne presenta 67 più il portavoce.
Sin dalla costituzione dello Stato indipendente sono sempre esistiti i partiti, ma questi hanno avuto un ruolo diverso a seconda delle stagioni politiche e storiche. Infatti, si può dire che fino agli anni Novanta il sistema multipartitico fosse de facto inapplicato per via dell’egemonia politica assoluta di Jomo Kenyatta, prima, e successivamente di Daniel Arap Moi.
Sarà proprio quest’ultimo a codificare, introducendo una correzione specifica nel documento costituzionale, il sistema del partito unico e, solo a seguito di pressioni esterne dei paesi che vedevano nell’abolizione del multipartitismo una grave violazione dei principi democratici a cui la Repubblica del Kenyana sosteneva di ispirarsi, Moi fu costretto a reintrodurre la competizione fra partiti concorrenti, segnando la fine del proprio regime durato ventiquattro anni.
La figura del presidente del Kenya
Per candidarsi alla presidenza, è necessario essere un cittadino keniano per nascita. Il candidato può essere stato nominato da un partito politico o presentarsi come candidato indipendente, ma deve essere stato nominato da più di duemila elettori in ventiquattro contee. Viene escluso il candidato alla presidenza che abbia giurato fedeltà a uno stato straniero o che lavori per il governo in qualsiasi veste di pubblico ufficiale. Essere un pubblico ufficiale, quindi, è incompatibile con la candidatura alla presidenza.
Il presidente del Kenya è eleggibile per due mandati consecutivi di cinque anni ciascuno a partire dalla data in cui ha prestato giuramento. Il presidente è il capo dello Stato e il Comandante in capo delle forze armate del Kenya; ha il potere di scegliere tutti i nomi dei membri dell’esecutivo, i Segretari del Gabinetto e lil Procuratore Generale. Il presidente riferisce in Parlamento quando ci sono situazioni particolarmente gravi che lo richiedono e presiede le riunioni del corpo dei ministri e sovrintende allo svolgimento delle operazioni in vari ministeri e dipartimenti governativi. Il presidente, inoltre, ha il potere di concedere la grazia alle persone che abbiano condannato un reato.
Questo può essere fatto solo su petizione, consulenza e raccomandazione basate sul comitato consultivo dopo aver esaminato le opinioni della vittima del reato Il presidente può anche assumere qualsiasi altra funzione esecutiva consentita dalla costituzione. In totale ci sono stati quattro presidenti a succedersi la carica e il più longevo è stato Daniel arap Moi.
Se si presentano le ragioni valide per pensare che il presidente abbia violato le leggi della Costituzione e internazionali, l’Assemblea Nazionale ha la facoltà di presentare una mozione di sfiducia contro il presidente, l’impeachment, con il consenso di almeno un terzo dei suoi membri. Se la mozione passa, sta al Senato esprimersi nel merito, e, se i due terzi dei senatori votano a favore della mozione, il presidente sarà costretto a lasciare l’incarico
Elezioni del presidente del Kenya
Oggi il sistema politico kenyano ha apparentemente i tratti di una democrazia moderna, dove partiti diversi si contrappongono per eleggere un presidente della Repubblica e i parlamentari. La verità, però, è che la competizione fra partiti diversi esiste, ma è circoscritta a pochi personaggi e alle loro famiglie, che negli ultimi vent’anni dominano incontrasti la scena politica, come se la contesa riguardasse una ristretta minoranza di cittadini kenyani e il potere fosse accessibile esclusivamente a quei pochi; anche le elezioni in Kenya 2022 si prospettano una corsa fra le solite personalità del panorama politico.