religione Masai

La religione Masai: monoteismo e pastorizia

La religione Masai rientra nella categoria delle confessioni monoteiste e ha una longevità secolare, antecedente la diffusone del cristianesimo e dell’islam nella regione. I Masai sono una delle pochissime tribù che hanno preservato la maggior parte delle loro tradizioni e dei loro stili di vita, e nella pratica religiosa di oggi traspare evidente il rapporto storico con la pastorizia. Infatti, a differenza di molte altre tribù del Kenya, i Masai sono una popolazione  semi-nomade che vive in grande parte dell’allevamento di bovini e capre.

Il Dio della religione Masai

La divinità cardinale della religione Masai è in assoluto la figura di Enkai, il dio onnipotente dai tanti nomi e dai tanti colori: lo si trova sotto il nome di Nkai, Ngai, En-kai, Engai, Eng-ai, Mweai, Mwiai, e si manifesta in colori diversi a seconda del suo umore. La divinità ha un’identità composita e plurale, perché sintetizza e rappresenta la complessità del reale, irriducibile a un singolo aspetto, a un singolo umore, a un singolo nome.

Enkai è una proiezione delle qualità e dei comportamenti degli esseri umani e, come tale, si arrabbia e gioisce: viene raffigurato di colore rosso nel primo caso e di colore nero nel secondo. Enkai è specchio dell’umanità Masai, riflette la diversità di temperamento delle persone e funge da modello di riferimento per l’intera società. Infatti, i miti cosmogonici della religione Masai raccontano la storia di un dio pastore, ed è per questa ragione che e i Masai vivono di pastorizia, l’unica attività economica non passibile di blasfemia e ritenuta consona al credo di Enkai.

Il bestiame gioca un ruolo importante nelle occasioni rituali, come l’iniziazione, il matrimonio e il passaggio da una fascia d’età all’altra, dove il loro sacrificio crea un canale di comunicazione con la divinità, colmando il divario tra l’uomo e il Dio.

La pastorizia nella religione Masai

In principio, Ngai (che significa anche cielo) era tutt’uno con la terra e possedeva tutto il bestiame che viveva su di essa. Ma un giorno la terra e il cielo si separarono e Ngai si separò dal mondo degli uomini. Il bestiame, però, aveva bisogno del sostentamento materiale dell’erba della terra, quindi per evitare che morisse, Ngai incaricò i Masai di occuparsi dell’allevamento del bestiame, che inviò sulla terra per mezzo delle radici aeree di un fico selvatico, per questa ragione ritenuto sacro.

Questa storia legittima ancora oggi il sistema economico dei masai retto sulla pastorizia. Qualsiasi attività diversa da quella pastorale, stando al culto di Enkai, è considerata offensiva per Ngai e umiliante per chi la pratica. E, infatti, nessun Masai dovrebbe dissodare la terra, o seppellirvi i morti, perché il suolo è sacro a causa della sua produzione di erba che nutre il bestiame di Dio.

Vita dopo la morte nella religione Masai

Nell’immaginario sovrannaturale Masai esistono diverse altre figure di grande rilevanza. Una fra queste è lo spirito guardiano. Secondo le credenze della religione Masai, alla nascita Enkai assegna a ogni membro delle tribù uno spirito guardiano che lo protegge fino alla morte. Il tema della morte nella religione Masai è interessante, perché fino a due secoli fa non era investito di un particolare significato.

Ad essa non veniva attribuita grande importanza e non era argomento di riflessione e speculazione fino a quando gli europei non introdussero il cristianesimo. Oggi, le credenze Masai nella vita oltre la morte parlano del viaggio che le  anime sono chiamate a compiere dopo la morte, sotto la guida dello spirito guardiano. Questi è incaricato di traghettare l’anima dei defunti in mondi diversi a seconda della condotta in vita. Una evidente influenza cristiana.

E, conformemente al modello socio-economico Masai, ai buoni e ai retti spetterà una seconda vita in un ampio e verdeggiante pascolo, mentre ai rei e alle persone senza onore attende la pena di vagare per le dune di un deserto sterminato.

La religione Masai e il Kenya

La popolazione Masai costituisce una minoranza del Kenya , e lo stesso vale per il credo di Enkai. I Masai del Kenya ammontano a quasi 1 milione e 200 mila, mentre 800 mila in Tanzania. Oggi, molti Masai praticano la religione cristiana, che nel corso dei secoli ha esercitato un’influenza sulla religione masai, a seguito dell’occupazione europea, portoghese e britannica.

Alice for Children lavora ogni giorno a stretto contatto con la comunità Masai di Rombo, alle pendici del Kilimanjaro.
Qui lavoriamo per sostenere progetti educativi delle scuole primarie della comunità e per portare acqua pulita, uno dei beni più importanti per una popolazione come quella Masai.

Nel corso degli anni ci siamo confrontati con molti aspetti peculiari della cultura Masai. Tra questi, anche la religione, così unica e ancestrale.

Una cultura, quella Masai, con cui i volontari che visitano i nostri progetti di Rombo entrano quotidianamente in contatto.

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