diritto allo studio in africa

Diritto allo studio in Africa: il caso del Kenya

Oggi ci troviamo a dover parlare di quel diritto che noi tutti, cresciuti in un paese dove la scuola è pubblica e l’istruzione è garantita dallo Stato, diamo per scontato: il diritto allo studio. È necessario parlare di diritto allo studio in Africa perché studiare e frequentare una scuola sono fondamentali per emanciparsi, divenire consapevoli, informati e trovare un’occupazione capace di attivare il famoso ascensore sociale. Il 2020 e il 2021 per il Kenya, come per molti paesi africani, hanno rappresentato anni difficilissimi, dove il diritto allo studio di bambini e bambine è stato seriamente messo a repentaglio, compromettendo la loro opportunità di realizzare i propri sogni, e costruirsi un futuro.

La pandemia e il diritto allo studio in Africa

Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, nonché principio sancito nel diritto internazionale dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU. La dichiarazione universale dei diritti umani all’art. 26 recita:

«Ognuno ha diritto ad un’istruzione. L’istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno a livelli elementari e fondamentali. L’istruzione elementare dovrebbe essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale, dovrebbero essere generalmente fruibili, così come pure un’istruzione superiore dovrebbe essere accessibile sulle basi del merito.»

La pandemia che accompagna la nostra quotidianità ormai da due anni ha sortito effetti devastanti sul diritto allo studio di numerosi bambini e bambine africani.

La distanza dei giovani dalle scuole in certi casi ha significato il loro ritorno al lavoro minorile e al definitivo abbandono del percorso scolastico, un fenomeno già diffuso prima della pandemia: i dati UNESCO stimano che nell’Africa Sub-sahariana un quinto dei bambini in età scolare fra i 6 e gli 11 anni non frequenti le scuole e che un terzo della popolazione fra i 12 e 14  e il 60 % dei giovani  fra i 15 e i 17 non abbia proseguito il percorso formativo, a fronte di una crescita della popolazione in età scolare. Quando si parla di istruzione in Africa non si può non tener conto di questi dati.

Il Kenya, paese in cui operiamo da più di 15 anni, ha ratificato la maggior parte dei trattati internazionali che tutelano il diritto. La Costituzione del Kenya, afferma che ogni bambino ha diritto all’istruzione di base gratuita e obbligatoria e che lo Stato deve adottare misure per garantire che i giovani possano accedere all’istruzione e alla formazione. Le minoranze e i gruppi emarginati ai sensi della legge hanno diritto a ricevere opportunità speciali nel campo dell’istruzione.

Alice for Children in campo per il diritto allo studio

Nelle baraccopoli di Nairobi la situazione è ancora drammatica. In un contesto di povertà estrema come lo slum, moltissime famiglie non possono permettersi di mandare i figli a scuola, ma sono costretti a farli lavorare nella vicina discarica di Dandora per contribuire all’economia famigliare.

Ma molte volte, anche le famiglie che possono permettersi di pagare le tasse scolastiche per un figlio soltanto sceglieranno sempre di mandare a scuola un figlio maschio, reputando l’educazione femminile delle figlie meno importanti, in quanto destinate a sposarsi appena raggiunta l’età da marito. Il risultato è che migliaia di bambine non possono andare a scuola ma restano invece vittime della discriminazione di genere, di violenze e abusi.

Alice for Children assiste i bambini e le bambine delle baraccopoli che non potrebbero esercitare il loro diritto allo studio. Grazie alle nostre scuole nelle baraccopoli, oggi più di 3000 bambini e bambine possono andare a scuola ogni giorno e vengono sostenuti da un punti di vista alimentare e medico.

In particolare, difendiamo il diritto allo studio delle bambine, strumento fondamentale per affrancarsi dalla povertà e per frequentare ambienti diversi dalle discariche e dalle mura domestiche, spesso teatro di violenze. Diritto troppo spesso negato per discriminazioni di genere he combattiamo in ogni loro forma.

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