Viaggio alla scoperta della discarica di Dandora

La discarica di Dandora è una delle più grandi discariche a cielo aperto di tutta l’Africa, e di sicuro la più inquinante.

È composta da oltre 2,5 chilometri quadrati di terreno ricoperto da scarti e rifiuti all’interno dell’omonima baraccopoli, confinante verso est con la baraccopoli di Korogocho, una delle principali della periferia nord-est della capitale keniota, Nairobi. Ogni giorno vengono versati in discarica 850 tonnellate di rifiuti.

Una distesa ampia, a perdita d’occhio, fumante, maleodorante, variopinta da sacchetti di plastica colorati che, quando si alza il vento, turbinano nel cielo accompagnando il volo di uccelli spazzini a caccia di cibo tra l’immondizia. Un universo a parte, con una sua vita intensa: persone chine su cumuli di spazzatura che riempiono sacchi con resti di cose; animali, cani, maiali che razzolano nella sporcizia; camion che scaricano rifiuti; strade non progettate ma tracciate dall’inesorabile calpestio di milioni di uomini, donne e bambini che arrancano nella miseria; ripari improvvisati fatti di stracci appesi a bastoni; bambini sorridenti che corrono e giocano ai margini del sudiciume.

Il lavoro all’interno della discarica di Dandora

La discarica non è soltanto una bomba ecologica che mina la salute dei milioni di abitanti delle baraccopoli che la circondano. È, purtroppo, anche la prima e fondamentale fonte di entrata economica per queste comunità, che non a caso si oppongono alle cicliche promesse di bonifica da parte delle autorità. È il centro dell’economica informale delle baraccopoli che la circondano.

Migliaia di persone infatti lavorano ogni giorno nella discarica. Raccolgono, puliscono e smistano rifiuti a mani nude. Rifiuti che spesso sono tossici o derivanti dagli ospedali della capitale keniana. Rifiuti che quindi rappresentano un serio rischio per la salute di chi li lavora ogni giorno. Il tutto per meno di 15 scellini per Kg di rifiuti, meno di 10 centesimi di euro.

Un lavoro usurante, precario, degradante e pericoloso, svolto da più di 10 mila persone all’interno dell discarica di Dandora.

Di questi 10 mila lavoratori, più della metà sono bambini.
Non appena un bambino è abbastanza grande, e in questo si parla di bambini in età prescolare, viene infatti portato dai genitori con loro in discarica e inizia a lavorare raccogliendo rifiuti. I pochi centesimi che un bambino può guadagnare sono infatti fondamentali per far quadrare il debole e risicato bilancio familiare.

Questi bambini, ovviamente, non possono andare a scuola e il loro futuro viene pregiudicato dalla povertà in cui vivono.

Il lavoro all’interno della discarica è controllato da gang criminali e che spesso hanno contatti con le istituzioni.
Controllano il ciclo dei rifiuti così come il lavoro a cottimo delle migliaia di lavoratori della discarica di Dandora.

Cosa fare per aiutare i bambini della discarica di Dandora

Da ormai 15 lavoriamo nelle baraccopoli di Dandora e di Korogocho, aiutando circa 3000 bambini e permettendo loro di andare a scuola e di vivere un’infanzia il più possibile normale e serena.
È in questo modo che si può davvero aiutare i bambini e le famiglie della discarica di Dandora, togliendoli dal lavoro in discarica e permettendo loro di avere accesso a istruzione, ad un vero sostegno alimentare così come a tutte le cure mediche di cui hanno bisogno.

Portare un bambino a scuola vuol dire salvarlo dal lavoro minorile, dargli una speranza per il futuro e tutti gli strumenti per uscire dalla povertà della discarica di Dandora in cui è nato.

Tutto questo è possibile grazie alla comunità di donatori, genitori a distanza e aziende che hanno deciso di credere nei nostri progetti ma soprattutto nel futuro dei bambini della discarica di Dandora.

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