guerra tra Somalia e Kenya

Una guerra tra Somalia e Kenya? Una potenziale catastrofe

Stiamo andando verso una guerra tra Somalia e Kenya? È molto facile e frequente che i rapporti di vicinato non siano sempre cordiali e distesi, a maggior ragione se ci sono porzioni di terreno dalla proprietà dubbia, oppure se una parte accusa l’altra di intrusioni e interferenze in questioni domestiche.

Le relazioni fra Somalia e Kenya, metafora a parte, hanno conosciuto un’escalation di tensione, accuse e mosse diplomatiche che non fanno ben sperare per l’equilibrio regionale, già reso precario dai conflitti in Etiopia e le incursioni di Al Shabab in Somalia. Ma perché i due Paesi stanno litigando?

Problemi diplomatici: Jubaland e Somaliland

La Somalia ha accusato ripetutamente il Kenya di aver interferito con questioni di politica interne somala, e più precisamente di esercitare influenza politica sullo stato di Jubbaland, o Oltregiuba, al confine fra Kenya e Somalia. Non è un mistero che l’attuale governatore dello staterello della Somalia meridionale abbia dei rapporti di amicizia e collaborazione con il Governo di Nairobi, entrambi interessati a preservare la sicurezza dei territori dalla minaccia terroristica; ma il presidente somalo si è spinto ad accusare il governo kenyano di indebita ingerenza nel processo elettorale nel Jubbaland.

Poco prima delle elezioni generali in Somalia, le autorità di Mogadiscio hanno espulso i diplomatici kenioti e ritirato l’ambasciatore di stanza a Nairobi.  Per quanto concerne il Somaliland, una regione secessionista della Somalia, scarsamente riconosciuta a livello internazionale, nel mese di dicembre 2020 Nairobi ha accolto il Presidente del Somaliland, scatenando l’indignazione del governo di Mogadiscio.

Kenya e Somalia hanno ancora un lungo percorso da seguire prima di riuscire a creare “rapporti di vicinato” distesi e pienamente proficui per entrambe le parti. In vista di questo obiettivo, i due Stati dovrebbero lavorare su problematiche di sicurezza, come la lotta al terrorismo, e opportunità economiche condivise.

Le risorse energetiche, fonti del conflitto tra Somalia e Kenya

La causa profonda delle contese fra i due vicini dell’Africa orientale, però, è la sovranità su una zona marittima e l’eventuale facoltà di sfruttamento delle risorse sui suoi fondali. Siamo parlando del triangolo di mare che ha al suo vertice a Lamu, località al confine con i due paesi e i lati che seguono linee di confine rivendicati dai due paesi, e che, dalle missioni esplorative degli ultimi anni, risulta presentare interessanti giacimenti di petrolio e gas, oltre a essere un mare molto pescoso.

La vera partita, dunque, è il petrolio e in gioco ci sono i diritti di sfruttamento delle risorse che si trovano nell’Oceano Indiano. La regione contesa copre più di 100mila chilometri quadrati dove il Kenya ha già concesso permessi di esplorazione per tre blocchi, una mossa contestata dalla Somalia. La reazione dei due paesi alla sentenza è stata ovviamente molto diversa.

La sentenza dalla Corte internazionale dell’ONU, del 12 ottobre, ha dato ragione alla Somalia, che considerava la zona marittima contesa  il prolungamento della linea terrestre. Il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo ha detto che la decisione è un punto fermo per relazioni di buon vicinato. Quello kenyano, Uhuru Kenyatta, ha fatto sapere che il suo paese non accetta la sentenza, che non rinuncerà nemmeno a un centimetro del proprio territorio e farà qualsiasi cosa per difenderlo.

Comunque vada, la dichiarazione del presidente Kenyatta non fanno sperare in una facile e veloce composizione della disputa, che ha già provocato gravi tensioni, e la rottura delle relazioni diplomatiche, solo recentemente ristabilite, tra Nairobi e Mogadiscio. La sentenza potrebbe avere un impatto anche sulle attività della popolazione costiera del Kenya, le cui maggiori fonti di reddito derivano dalla pesca. Le relazioni tra i due paesi sono infine cruciali per il controllo dei gruppi terroristici con radici somale e che operano nei due paesi e nella regione in generale. 

Una guerra tra Somalia e Kenya provocherebbe altra sofferenza

Kenya e Somalia sono due Paesi che presentano enormi problemi al loro interno e che non possono permettersi una guerra e tensioni che vadano a discapito della popolazione civile.
Problemi che, per quanto riguarda il Kenya, si acuiscono ancor di più nelle baraccopoli di Nairobi in cui operiamo. Qui milioni di persone, giunte da tutto il Kenya in cerca di lavoro, vivono in baracche di pochi metri quadri, senza acqua corrente o elettricità, mentre i bambini non possono andare a scuola.

Alice for Children lavora proprio in questo contesto, aiutando più di 3000 delle baraccopoli, portandoli a scuola e permettendo loro di andare a scuola e di avere un’infanzia il più possibile normale.

Una guerra tra Somalia e Kenya acuirebbe ancor di più la crisi umanitaria che si vive all’interno delle baraccopoli. Una questione geopolitica che di certo sarà al centro del dibattito elettorale per le prossime elezioni politiche keniane, previste per il 2022.

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