circoncisione maschile in Africa

La pratica della circoncisione maschile in Africa

La circoncisione maschile in Africa è una pratica antichissima, diffusa in molte zone del continente e soprattutto dell’Africa Sub-sahariana. È il rito di passaggio più diffuso, un momento cruciale nella vita di ogni ragazzo coinvolto e che segna l’ingresso nel mondo degli adulti. E ovviamente rappresenta una pratica dolorosa e controversa.

La circoncisione maschile in Africa prevede l’asportazione del prepuzio(il lembo di pelle che ricopre il glande), effettuato da un cerimoniere su giovani che entrano nell’età adulta.

La mancanza di anestesia, la cerimonia rituale e ovviamente l’età già matura di chi viene circonciso rende la cerimonia cruenta e dolorosa.

l taglio del prepuzio è però solo il culmine della cerimonia: per essere considerati degli uomini, gli adolescenti devono sottomettersi anche a numerose altre prove. Durante i primi otto giorni, gli iniziati devono spesso rimanere dentro capanne improvvisate, in molti casi fatte di plastica, con accesso limitato al cibo e all’acqua. Una volta realizzata la circoncisione, come detto senza anestesia e con strumenti non sterilizzati, i giovani sono soliti passare altre tre settimane isolati da tutti.

Le origini della circoncisione maschile in Africa

La distribuzione spaziale della circoncisione maschile in Africa e dei riti di iniziazione a essa connessi coinvolge tutta l’Africa sub-sahariana, smentendo l’ipotesi che ascriveva alla religione islamica l’origine della pratica.

I dettagli dell’operazione sono assai simili da una popolazione all’altra, sia nella parte fisica sia in quella simbolica. Anche in aree culturali geograficamente distanti migliaia di chilometri, dalla foresta equatoriale alla savana tropicale, si riscontrano dettagli procedurali che indicano la diffusione della tradizione dopo un lungo processo di evoluzione.

Molto probabilmente, l’operazione è da attribuirsi alla diffusione dal Camerun centrale, di popolazioni parlanti lingue bantu, ovvero quelle che hanno diffuso la tecnologia del ferro indispensabile per la cerimonia della circoncisione.

Una pratica controversa

Oggi la pratica è naturalmente fortemente osteggiata, sia per la sua natura coercitiva, sia perché presenterebbe dei rischi per la salute di chi la riceve.
Nonostante alcuni studi scientifici evidenzino una correlazione geografica positiva tra la diffusione dell’AIDS e la mancanza di circoncisione (trasmissione eterosessuale). Altri studi riferiscono invece come l’uso di un solo coltello cerimoniale aumenti la diffusione virale, e in generale presenti serie criticità in termine di igiene.

In ogni caso, i pericoli sanitari legati alla circoncisione maschile in Africa sono reali e seri. Per esempio, a Mutoto, in Uganda, si tiene un festival annuale, promosso dall’Ugandan Tourist Board, che coinvolge duecentomila persone nello “spettacolo” di un migliaio di adolescenti pronti a farsi circoncidere senza anestetico e disinfettanti. In Sudafrica, tra il 2008 e il 2014, sono morti 419 ragazzi, e quasi mezzo milione ha dovuto ricorrere all’ospedalizzazione dopo la circoncisione.

La circoncisione maschile in Kenya

Nel nostro lavoro in Kenya, paese in cui operiamo da più di 15 anni, ci confrontiamo spesso con la pratica della circoncisione maschile in Africa.
Lavorando nella comunità Masai di Rombo, in cui portiamo istruzione e acqua pulita, ci scontriamo spesso con pratiche tradizionali di questo tipo.

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