L’analfabetismo, ovvero l’incapacità di leggere e scrivere, colpisce ancora milioni di persone nel mondo.
Naturalmente, gran parte di questi vivono nei paesi in via di sviluppo e in particolar modo nelle aree più povere della popolazione.
È un concetto, quello di non saper leggere né scrivere, a cui noi siamo ormai disabituati.
Generalmente si sente parlare di analfabetismo di ritorno, ma soprattutto di analfabetismo funzionale, ovvero quelle l’incapacità di comprendere un testo complesso, nonostante si abbiano gli strumenti per poterlo leggere.
In italia, secondo i dati OSCE, il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale.
Oggi però vogliamo parlare di vero e proprio analfabetismo, ovvero non saper leggere né scrivere.
L’analfabetismo in Africa
Nell’Africa subsahariana un adulto su 3 non è in grado di leggere. 48 milioni di giovani ( tra i 16 e i 24 anni), sono completamente analfabeti, e quasi un bambino su 4 in età scolare non frequenta alcun tipo di scuola e non riceve di conseguenza alcuna istruzione.
Il tasso di alfabetizzazione nei vari stati raggiunge dei livelli incredibilmente bassi e particolarmente preoccupanti. i 13 paesi con il più basso tasso di alfabetizzazione si trovano tutti in Africa, tra questi, i peggiori sono il Niger (37%), il Mali (39%), il Burkina Faso (39%) e l’Etiopia (45%).
L’analfabetismo in Africa rimane quindi un problema diffuso e spesso maggioritario nella popolazione. Dimostra altresì come il sistema educativo nel continente non coinvolga affatto tutti i bambini e le bambine, come dovrebbe essere.
Andare a scuola e ricevere un’istruzione di base rimane quindi un privilegio per pochi.
Cosa significa vivere, da analfabeta, nel 2022?
Un mero dato non è sufficiente per spiegare cosa significa essere analfabeti nel 2022.
Proviamo a pensare a tutte le volte, nel corso di una giornata, in cui interagiamo con la parola scritta, in modo passivo, leggendo, o in modo attivo, scrivendo.
Non saper leggere o scrivere significa non poter interagire con nessun testo scritto, non potere usare uno smartphone (e noi ben sappiamo quanto sia pura fantascienza per la nostra vita quotidiana). Ma vuol dire anche non poter capire un contratto, leggere un giornale, non capire gran parte dei segnali stradali o un bugiardino di un medicinale.
Vuol dire essere del tutto tagliati fuori dalla vita sociale( e perché no?! Politica!) del paese in cui si vive. Vuol dire non poter svolgere alcun lavoro minimamente specializzato e che vada aldilà della mera manovalanza.
Vuol dire essere tagliati fuori del tutto, non poter comunicare con le persone, non poter difendere i propri diritti, non poter avere un futuro sicuro. Per noi rappresenta uno scenario distopico, irreale. Per 50 milioni di persone nell’Africa subsahariana, è invece la realtà di tutti i giorni.
Alice for Children in campo in Kenya contro l’analfabetismo
Il Kenya sembra apparentemente “messo meglio” da questo punto di vista. Stando alle statistiche, l’81% degli adulti sarebbe in grado di leggere e scrivere.
Tuttavia, il 20% degli analfabeti nel paese si concentrano nelle classi più povere, in coloro che vivono nelle aree rurali e soprattutto nelle baraccopoli che costellano la metropoli di Nairobi.
Alice for Children opera proprio qui, negli slum. Da 15 anni lavoriamo per portare a scuola sempre più bambini, dando loro assistenza medico sanitaria e alimentare e soprattuto una speranza per il futuro.
Questo, grazie alle centinaia di genitori a distanza che non fanno mai mancare il loro sostegno.