diritto al gioco

Il gioco è un diritto di ogni bambino

Il diritto al gioco per tutti i bambini è sancito dai due commi dell’articolo 31 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia:

“Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.

Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.”

Il gioco è quindi non un passatempo, non un’attività di poco conto a cui si dedicano i bambini. Il gioco è un vero e proprio diritto umano, proprio di ogni bambino. Il diritto al gioco difende il diritto dei bambini ad avere un’infanzia, a poter sperimentare e imparare grazie ad attività ludiche. A poter formare il proprio carattere e la propria personalità nel modo migliore per loro: giocando.

Il diritto al gioco

Il gioco, come detto, è un’attività fondamentale per ogni bambino. Il gioco consente al bambino di sperimentare ed elaborare attivamente la rappresentazione della realtà esterna, di imparare a conoscere se stesso e il mondo circostante, e di iniziare a consolidare le prime forme di autocontrollo e di interazione sociale.

Il gioco cambia, cresce e si modifica man mano che il bambino cresce e matura, rimanendo però parte integrante della sua quotidianità, strumento e ambiente grazie al quale e nel quale si esprime il suo sviluppo.

Per questo ogni bambino ha diritto al gioco, perché è in questo modo che può esprimere davvero la propria personalità, svilupparla e affinarla.

Come difendere il diritto al gioco dei bambini più vulnerabili

Il miglior modo per difendere il diritto al gioco dei bambini è di certo quello di difenderli dal lavoro minorile, permettendo loro di andare a scuola e non doversi dedicare ad attività pericolose e usuranti solo per contribuire al bilancio familiare.

Una situazione che diamo per scontato ma che per i bambini più poveri del Kenya, così come di gran parte dell’Africa sub-sahariana, rappresenta invece una speranza molto labile. Sono milioni infatti i bambini costretti a lavorare ogni giorno, spesso a raccogliere rifiuti a mani nude nella discarica di Dandora.

Grazie all’adozione a distanza, sempre più bambini possono smettere di lavorare, andare a scuola e ricevere un sostegno alimentare e medico completo. Possono tornare ad essere bambini, a sperimentare, a imparare. E a giocare.

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