La parlamentare keniana allontanata dall’aula perché ha il ciclo

Il ciclo mestruale resta un tabù per moltissime culture nel mondo. Nonostante infatti sia un fenomeno che colpisce circa la metà della popolazione mondiale, lo spazio e l’attenzione dedicatagli sono praticamente nulli. Porta con sé ancora molte stigmatizzazioni, diviene fonte di discriminazione di genere e di emarginazione.

Se proprio in questi giorni il parlamento spagnolo ha approvato una norma sul congedo mestruale sul posto di lavoro, in Africa, e soprattutto nell’Africa subsahariana, lo stigma sociale e culturale che accompagna le mestruazioni è ancora molto forte.

Le esperienze delle donne durante le mestruazioni in Africa possono variare notevolmente a seconda della regione, della cultura e delle risorse disponibili. Tuttavia, in molte parti dell’Africa, le mestruazioni sono ancora un argomento tabù e molte donne affrontano sfide significative durante questo periodo del mese.

In alcune comunità africane, le donne possono essere isolate durante le mestruazioni e sono obbligate a dormire in luoghi separati o a rimanere lontane dalla propria famiglia e dalle attività quotidiane, o addirittura bandite dal contatto con gli uomini. Questa pratica è nota come “chiusura delle mestruazioni” ed è particolarmente comune in alcune parti dell’Africa orientale e meridionale.

Inoltre, molte donne africane non hanno accesso ai prodotti igienici per le mestruazioni, come tamponi e assorbenti. Invece, possono utilizzare stracci o foglie per gestire il flusso mestruale, che può portare a infezioni e altri problemi di salute. In alcune comunità, le donne evitano di andare a scuola o al lavoro durante le mestruazioni a causa della mancanza di prodotti igienici e di infrastrutture igieniche adeguati.

Cosa sta succedendo in Kenya? 

In Kenya con gli anni qualcosa è iniziato a cambiare. Dal 2017  il Governo aveva cominciato ad attuare una politica basata sulla distribuzione di assorbenti alle ragazze in età scolastica, con l’obiettivo di fare in modo di non perdere le lezioni.

Purtroppo però, con l’arrivo del Covid-19 la situazione sembra aver fatto dei passi indietro. Il Governo ha dovuto attuare misure per contrastare la diffusione del virus e, da uno studio svolto a Nairobi, sembra che le donne stiano ancora avendo problemi ad accedere ai prodotti necessari per affrontare il ciclo mestruale. Il denaro non sembra dunque essere sufficiente per provvedere alla lotta al Covid-19 e al sostegno delle donne nel periodo mestruale.

Negli scorsi giorni il parlamento keniano ha visto un piccolo grande scandalo proprio sulla tematica del ciclo mestruale. La senatrice keniana Gloria Orwoba alcuni giorni fa ha infatti “osato” presentarsi in aula con i pantaloni macchiati. Non è stata certo una macchia di caffè o di make-up a sollevare tanta indignazione, ma una bolla rosso sangue sul cavallo dei pantaloni: la senatrice, attivissima sostenitrice di temi che riguardano la salute mestruale nel suo paese, si è infatti recata al lavoro nonostante la visibile macchia di ciclo, sollevando un polverone.

È stata invitata a lasciare l’aula e a cambiarsi dopo essersi presentata in un completo bianco con una visibile macchia rossa. Dopo aver lasciato l’edificio, ha parlato con i media e ha visitato una scuola nella capitale Nairobi, per distribuire assorbenti gratuiti.  Orwoba si è detta “scioccata” dai commenti e dal trattamento ricevuti, i commenti non sono arrivati solo dai colleghi uomini. Anche alcune donne hanno detto la loro, come la senatrice Tabitha Mutinda, collega di partito, che ha additato la collega di aver compiuto un’indecenza, un cattivo esempio per le giovani donne.

Ma senza esitazione, dopo l’espulsione, la senatrice ha dichiarato ai microfoni della BBC: “Dal momento che mi schiero sempre contro la vergogna delle mestruazioni, ho pensato che avrei dovuto andare avanti e parlare”.

In Kenya, la lotta della senatrice Gloria Orwoba non è soltanto un’azione volta a sensibilizzare e ad abbattere i tabù legati al ciclo mestruale, ma anche una denuncia del fatto che tali tabù coinvolgono diverse sfere della vita delle donne. 

Molte ragazze lasciano gli studi a causa della consistente vergogna provata dall’avere il ciclo. Un evento fisiologico che si tramuta in un problema, sociale e insieme psicologico. Nel 2019, una ragazza di Kabiangek si è tolta la vita dopo che un insegnante l’aveva umiliata perché le mestruazioni erano arrivate mentre era in classe.  

È importante educare le persone sulla natura normale delle mestruazioni e combattere i pregiudizi e le credenze culturali che possono danneggiare le donne che le vivono. Ciò può essere fatto attraverso l’educazione sessuale, la promozione di prodotti per l’igiene mestruale accessibili e la sensibilizzazione sui diritti delle donne.

Alice for Children in campo contro la Period Poverty

Il 90% delle donne degli slum del Kenya non può permettersi di acquistare prodotti igienici per affrontare il ciclo mestruale.

Questo comporta una grave violazione dei diritti delle bambine e delle ragazze delle baraccopoli, che non possono andare a scuola durante il ciclo, rimandando vittime della Period Poverty, l’impossibilità di garantirsi una corretta igiene durante il ciclo mestruale per ragioni economiche.

Proprio per questo Alice for Children lavora ogni giorno per distribuire assorbenti e prodotti igienici alle bambine e alle ragazze delle baraccopoli, educando la comunità alla parità di genere e al rispetto dei diritti delle donne.

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