inquinamento della plastica

L’inquinamento della plastica in Africa provoca sempre più danni

L’inquinamento della plastica in Africa è un grave problema ambientale che ha conseguenze negative sulla salute delle persone, sulla fauna selvatica e sull’ecosistema in generale. La plastica è diventata un materiale comune in Africa come nel resto del mondo, ma la sua gestione e smaltimento sono spesso inadeguati.

In molti paesi africani, la plastica viene bruciata all’aperto o abbandonata in discariche a cielo aperto, causando inquinamento atmosferico e al suolo, così come alle falde acquifere. Inoltre, la plastica abbandonata può finire nei fiumi e nell’oceano, dove diventa un grave problema per la fauna selvatica marina che può inghiottirla o rimanere impigliata nei rifiuti.

L’inquinamento della plastica in Africa

L’inquinamento della plastica ha un impatto significativo sulla sicurezza alimentare e sulla salute delle persone in Africa. Ad esempio, la contaminazione dei fiumi e dei laghi con rifiuti di plastica può influire sulla qualità dell’acqua potabile e quindi sulla salute delle comunità che dipendono da questa acqua.

Infatti nell’Africa subsahariana si trovano 19 delle 50 più grandi discariche al mondo. Molte di queste sono luoghi dove i rifiuti vengono bruciati per far posto a quelli in arrivo. Con evidenti danni al territorio e alla salute di chi vive anche a chilometri di distanza.

Fiumi, rilascio di sostanze chimiche e, per la plastica in particolare, la produzione di inquinanti altamente tossici, come la diossina. È comune liberarsi dei rifiuti così anche nei villaggi rurali, dove se prima non si produceva altro che rifiuti organici, ora anche lì si accumulano importanti quote di spazzatura di altra natura: vetro, batterie, alimentatori, plastica.

Molte fonti di inquinamento dei fiumi e dei laghi africani sono anche causate dalle attività umane, tra cui l’agricoltura intensiva, l’industria mineraria, l’estrazione di petrolio e gas, la produzione di energia elettrica, la pesca eccessiva, lo smaltimento incontrollato di rifiuti e l’utilizzo di prodotti chimici tossici ovviamente. 

L’inquinamento dei fiumi e dei laghi africani ha effetti diretti sulla salute umana, come l’aumento delle malattie gastrointestinali e respiratorie causate dall’assunzione di acqua contaminata, e ha anche effetti negativi sulla pesca e l’agricoltura, riducendo le fonti di cibo e il reddito delle comunità locali.

L’inquinamento da plastica ha anche conseguenze economiche negative. Le spiagge inquinate e le acque costiere possono danneggiare l’industria del turismo, che è una fonte importante di reddito in molte regioni africane.

Kenya: l’incubo della discarica di Dandora

A est di Nairobi si trova la discarica di Dandora, il sito per la raccolta di rifiuti più grande della capitale, nonché la più grande discarica a cielo aperto di tutta l’Africa. La discarica ospita nuove tonnellate di rifiuti ogni giorno, molti dei quali sono tossici e nocivi per la salute umana e l’ambiente. E questo inquinamento ha avuto un impatto devastante sulla comunità locale e sull’ambiente circostante.

Alcuni studi hanno confermato la presenza di elementi pericolosi come piombo, mercurio o cadmio, che mettono a rischio la salute e l’ambiente. E quasi tutti coloro che lavorano sul sito, smistano la spazzatura senza guanti in mezzo a mucchi di bicchieri rotti, barattoli arrugginiti, aghi e bisturi, esponendosi a ferite e infezioni.

Sono stati riportati casi di cancro, anemia, ipertensione, debolezza, aborti spontanei, problemi al fegato, disturbi al sistema nervoso. Come se non bastasse, il fiume Nairobi nelle vicinanze assorbe prodotti inquinanti dalla discarica estendendo i rischi di salute ad altri residenti che ne utilizzano l’acqua per lavare e per l’agricoltura.

Le persone che vivono vicino alla discarica di Dandora sono costantemente esposte ai pericoli dell’inquinamento. Le sostanze chimiche tossiche che vengono rilasciate dai rifiuti possono causare gravi problemi di salute e l’inquinamento dell’aria e dell’acqua intorno alla discarica di Dandora ha un impatto negativo sulla flora e la fauna della zona, e può causare danni irreversibili all’ambiente.

Ma al di là dei problemi di salute, la discarica presenta anche un grosso pericolo per la sicurezza di coloro che ci lavorano e di coloro che vivono nelle prossimità. In passato faceva solo guadagnare qualche spicciolo ai giovani disoccupati che rovistavano tra la spazzatura in cerca di materiali riciclabili, in cambio di una ricompensa. Ma ora diventato il più grande incubo per la sicurezza della città.

La discarica, come maggior parte della città, è sotto il controllo delle gang senza alcuna presenza della polizia. La situazione delle gang nella discarica di Dandora è stata descritta come estremamente pericolosa e caotica. Queste bande si contendono il controllo della discarica, estorcendo denaro e rubando i rifiuti per poi rivenderli a compratori illegali. La violenza è comune e molte persone, tra cui i lavoratori della discarica e i residenti vicini, hanno subito minacce e attacchi. Se si vuole accedere alla zona bisogna essere accompagnati da un poliziotto armato. Anche le ditte che raccolgono rifiuti devono pagare una mazzetta alle gang che controllano la zona se vogliono buttare la spazzatura nella discarica. 

Un recente resoconto del National Crime Research Centre mostra che esistono 46 organizzazioni criminali nel paese, di cui 8 operano a Nairobi. Il rapporto dichiara che la metà di questi gruppi si occupa di traffico di droga, mentre il 34,4% si occupa di estorsione di denaro e attività connesse. 

Alice for Children opera dal 2006 proprio per aiutare le migliaia di bambini dello slum di Nairobi che sono costretti a lavorare ogni giorno nella discarica. Dando loro istruzione, cibo e cure mediche, possiamo salvarli da un triste futuro, fatto di povertà e insicurezza.

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