turismo sessuale in Africa

La pratica del turismo sessuale in Africa

La prostituzione e il commercio sessuale sono due fenomeni di cui sentiamo parlare in maniera sempre più significativa con riferimento al continente africano. Negli ultimi decenni, sono infatti stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dati e tendenze su prostituzione e commercio sessuale in diversi Paesi dell’Africa.

Un fenomeno ben diverso e spesso molto poco trattato è quello invece del turismo sessuale. A seguito delle restrizioni sviluppate nel Sud-Est e nell’Est asiatico e la mancanza di controlli nei Paesi africani, il continente nero è diventato una delle mete preferite dei turisti sessuali, prevalentemente europei. Inoltre, i governi africani preferiscono tacere e appaiono lenti a prendere misure di contrasto poiché temono di colpire gli stranieri coinvolti, spesso fonte di guadagno per Paesi ancora poco aperti al turismo di massa.

Il turismo sessuale in Africa

In diversi Paesi africani il turismo sessuale è in aumento.
Molto spesso, quando si parla di turismo sessuale, si pensa a uomini d’affari che approfittano della loro posizione di prestigio per soddisfare i propri desideri sessuali all’estero, in contesti più semplici e con meno rischi di sanzioni.

È comunque giusto sottolineare che sempre più donne occidentali visitano l’Africa alla ricerca di uomini “giovani, forti e virili”. Purtroppo, questa pratica non è limitata agli adulti. Negli ultimi anni, infatti, il turismo sessuale in Africa è diventato sempre più orientato verso ragazzi e bambini.

I minori coinvolti nel turismo sessuale sono spesso bambini abbandonati dalle loro famiglie o addirittura incoraggiati da queste ultime o dai loro tutori a prostituirsi per poter diventare una fonte di guadagno. I principali fattori che spingono i minori verso questo commercio sono l’esclusione sociale e la povertà. Per la maggior parte dei giovani africani disoccupati, la prostituzione e il turismo sessuale rappresentano le possibilità di guadagno per sopravvivere.

La situazione in Kenya

Il turismo sessuale in Africa ha raggiunto anche il Kenya, in particolar modo la zona costiera del paese, che sta rapidamente diventando una destinazione popolare per turisti alla ricerca di prostitute minorenni. Un recente studio dell’UNICEF ha reso noto che il 30% delle ragazze di età compresa tra i 12 e i 18 anni nelle zone costiere del Kenya è coinvolto in qualche forma di lavoro sessuale. L’UNICEF stima, inoltre, che tra i lavoratori del sesso kenioti, uno su dieci ha iniziato prima di raggiungere la pubertà.

La città di Malindi ospita oggi un commercio sessuale minorile nascosto. Bambini e soprattutto bambine di appena 12 anni dicono di essere attirati nella prostituzione e nella pornografia da turisti disposti a pagare profumatamente per esperienze sessuali in luoghi segreti.

Il turismo sessuale in Africa è spesso considerato dalla società come un mezzo accettabile per guadagnarsi da vivere. Spesso alle bambine viene addirittura impedito di frequentare la scuola dal momento che le lezioni toglierebbero del tempo alla ricerca sulle spiagge di turisti occidentali da cui poter ricavare profitti economici.

L’impegno di Alice for Children a favore delle bambine di Nairobi

In un contesto così difficile risulta ancor più chiaro quanto sia importante aiutare le bambine del Kenya da un punto di vista educativo ed economico, per aiutarle ad uscire dalla povertà e dall’emarginazione.

Alice for Children opera dal 2006 nelle baraccopoli di Nairobi, uno dei luoghi più poveri al mondo, dove le violazioni dei diritti umani, soprattutto delle bambine, sono all’ordine del giorno. Abusi e violenze sessuali, matrimoni precoci, ma anche sfruttamento della prostituzione sono all’ordine del giorno.

Dal 2021 abbiamo dato vita ad un programma dedicato alle bambine dello slum, con l’intendo proprio di aiutare la categoria più sfortunata delle baraccopoli. Da una parte ci concentriamo sulla difesa contro la Period Poverty, l’impossibilità economica di avere un’igiene adeguata durante il ciclo mestruale, e sulla difesa della salute e della sicurezza delle bambine. Dall’altra sosteniamo il loro percorso educativo, portandole a scuola e, nel caso in cui abbiano cominciato la scuola con degli anni di ritardo, facendo loro frequentare un corso accelerato per recuperare il tempo perduto.

Tutto questo per liberare quante più bambine e ragazze possibile dal giogo della povertà. Per evitare che possano essere interessate da tutta una serie di fenomeni fortemente legati alla povertà africana, tra cui il turismo sessuale in Africa.

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