La storia di Elshdai, un piccolo guerriero del nostro asilo nido

Elshdai è un bambino di un anno e mezzo. È uno dei tantissimi bambini che ogni anno nascono nelle baraccopoli di Nairobi, in un contesto di povertà assoluto.
Le baraccopoli non sono infatti un luogo sicuro per un bambino. La baracche in cui sono costretti a vivere sono infatti pericolose, senza acqua corrente o elettricità. Le poche baracche di lamiera che hanno un attacco elettrico abusivo e senza quindi un impianto a norma.

Tantissimi sono i bambini che fin dalla più tenera età vagano nello slum incustoditi, ancor di più sono quelli che sono costretti a lavorare, spesso nella discarica di Dandora dove raccolgono rifiuti per pochi centesimi al giorno.

Insomma, per un bambino vivere nello slum è una minaccia costante alla sua salute psicofisica e al suo sviluppo.

Per Elshdai, purtroppo, lo slum rappresenta solo uno dei problemi. A pochi mesi della sua nascita Elshdai ha infatti palesato moltissimi problemi di salute.

A causa della malnutrizione grave di cui era vittima, pesava circa 7 chili ad oltre un anno di vita; sempre a causa di essa si ammalava ripetutamente di polmonite e malattie gastrointestinali. Non era ancora in grado di stare seduto, ma solo sdraiato. Una condizione molto preoccupante, se si considera che a quell’età un bambino gattona e inizia a camminare. Per questa ragione, i dottori pensavano che avesse la paralisi celebrale infantile.

Siamo prontamente intervenuti per dare a Elshdai tutte le cure necessarie, facendolo ricoverare al Neema Hospital di Nairobi, l’ospedale fondato dalla Onlus italiana World Friends con cui collaboriamo. Nel corso delle settimane, il quadro clinico del bambino è migliorato, la polmonite e la denutrizione che lo debilitavano sono man mano diminuite così come i sintomi di apparente paralisi celebrale.

Restava però un dubbio, cosa fare quando Elshdai sarebbe stato dimesso dall’ospedale?
Le sue condizioni non permettevano un rientro a casa sicuro, una baracca non ha infatti una condizione igienica e di sicurezza adatte per un bambino così fragile e con un sistema immunitario così compromesso.

Per questo, abbiamo deciso di sfruttare uno dei nostri progetti più importanti: Alice Baby Care, ospitando il bambino all’interno della struttura e permettendo anche alla madre di risiedervi quando non deve lavorare. L’asilo nido è infatti un luogo a misura di bambino, con educatrici qualificate, un ambiente sicuro e pulito e un sostegno alimentare completo e pensato proprio per casi di malnutrizione, dove un bambino con le necessità di Elshdai può crescere e rimettersi in salute.

Nel corso delle settimane la salute del bambino è man mano migliorata. Ha ancora delle ricadute e spesso deve recarsi in ospedale per dei controlli, ma la fisioterapia sta riducendo sempre della paralisi. Abbiamo scoperto che fortunatamente la paralisi non era celebrale, ma un effetto della malnutrizione che ora Elshdai sta superando. Ad oggi il bambino riesce a stare seduto correttamente e la sua mobilità muscolare continua a migliore. Oggi Elshdai e sua madre possono sperare per il futuro, le condizioni di salute del bambino non rappresentano più una condanna!

Tutto questo è stato possibile grazie ad Alice Baby Care, un ambiente pensato per aiutare i bambini più piccoli delle baraccopoli di Nairobi e le loro madri. Un progetto che grazie al 5×1000 del 2023 potremo ingrandire sempre più!

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