diritto al cibo dei bambini africani

Come difendere il diritto al cibo dei bambini africani

Come possiamo difendere il diritto al cibo dei bambini africani?

Il diritto al cibo è ormai riconosciuto dalla comunità internazionale.

La definizione del diritto al cibo trova un primo riconoscimento nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata nel 1948 e nella Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966, la quale infatti riconosce “il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e per la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita” così come “il diritto fondamentale di ogni individuo alla libertà dalla fame” (Articolo 11).

Gli elementi fondamentali che lo compongono sono quindi due: avere accesso a un livello adeguato di alimentazione e il diritto a vivere liberi dalla fame.

Nonostante però questo riconoscimento a livello internazionale, in moltissimi paesi milioni di bambini soffrono ancora la fame, non hanno accesso a cibo sufficiente per crescere e hanno una salute messa a repentaglio dalla malnutrizione.

Il contesto delle baraccopoli di Nairobi

Da ormai 15 lavoriamo nelle baraccopoli di Nairobi al fianco dell’infanzia più vulnerabile. Portiamo cibo, istruzione e cure mediche a migliaia di bambini che altrimenti sarebbero vittime dell’incredibile povertà dello slum.

Nelle baraccopoli di Nairobi milioni di persone, soprattutto bambini, soffrono la fame ogni giorno. Secondo l’Unicefil 26% dei bambini del Kenya sotto i 5 anni è affetto da malnutrizione cronica, e questo dato cresce a dismisura nella povertà dello slum. 
L’incidenza di numerose malattie croniche, come l’HIV e l’anemia falciforme, non fa che peggiorare ulteriormente le cose. I bambini affetti da simili malattie possono comunque crescere ed avere una vita normale, ma a patto di ricevere le cure necessarie e di essere sottoposti ad una dieta specifica e sostanziosa, che le famiglie di origine non potrebbero mai permettersi. 
In un contesto simile, garantire l’accesso al cibo e difendere il diritto al cibo dei bambini risulta quindi ancor più importante. 

Il sostegno alimentare crea un circolo virtuoso

Come detto, garantire l’accesso al cibo rappresenta il primo passo per un vero aiuto alle comunità dello slum, così come una premessa per uno sviluppo socioeconomico vero e duraturo. 
Ma il sostegno alimentare crea anche un grande circolo virtuoso che avvicina bambini e soprattutto famiglie a realtà come Alice for Children: se viene garantita una dieta equilibrata ai bambini a scuola, le famiglie risultano più incentivate a non mandare i propri figli a lavorare nella vicina discarica di Dandora, lasciandogli frequentare le lezioni giornaliere. I pochi centesimi che avrebbero guadagnato lavorando tra i rifiuti, utili per comprare il minimo indispensabile alla loro sopravvivenza, vengono più che compensati dai pasti garantiti a scuola.

Difendere il diritto al cibo dei bambini africani

Portare cibo ai bambini delle baraccopoli vuol dire quindi difendere i loro diritti umani, in primis il loro diritto al cibo, ma anche tutti gli altri.

Perché senza cibo non c’è nient’altro di cui parlare, e quindi non si possono difendere tutti gli altri diritti che appartengono ad ogni bambino. Diritti come l’istruzione, alla salute, al gioco, ad un ambiente sano ed accogliente dove crescere. Più in generale, il diritto ad avere un’infanzia vera e piena.
Per questo lavoriamo ogni giorno per aiutare quanti più bambini possibile, per portarli via dal lavoro in discarica e dare loro un sostegno alimentare completo.

E tutto questo grazie ai nostri sostenitori che ogni giorno credono nei nostri progetti e nel futuro dei bambini delle baraccopoli.

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