SLUM RIGHTS MATTER
LA NOSTRA RISPOSTA AI DIRITTI NEGATI NELLE BARACCOPOLI DI NAIROBI
Nelle baraccopoli i diritti umani sono negati e calpestati, soprattutto i diritti dei bambini, le bambine e le donne.
Noi cerchiamo con azioni concrete di offrire una soluzione alla loro terribile condizione.
Le Nazioni Unite hanno stilato 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030: fine della povertà, riduzione delle disuguaglianze, stop alla fame, buona nutrizione, accesso all’acqua e ad adeguate strutture igienico-sanitarie, educazione, emancipazione delle donne e delle ragazze.
Il tentativo è giusto. Il raggiungimento quasi impossibile.
Vivere in uno slum per 15 anni ti conduce a ragionare su quali diritti elementari e naturali vengano violati.
Non si può non farlo. Non si può non pensarci. La mente di un occidentale nel cui DNA ci sono le battaglie di secoli per i diritti, difficilmente riesce a concepire una vita feudale e medievale come quella che scorre in una baraccopoli africana.
I diritti elementari non solo sono negati o calpestati, ma la speranza di ottenerli rimane un miraggio.
In Africa centinaia di milioni di persone vivono in slum, baraccopoli o in zone rurali dove i diritti, specie per le donne, sono completamente negati.
Se il diritto all’eguaglianza, oppure alla giustizia o alla salute e alle cure mediche sono alcuni dei diritti fondamentali dell’uomo ormai raggiunti in Occidente, in Africa suonano come parole prive di significato e senza valore.
I diritti negati: Alice for Children
Noi di Alice for Children viviamo da 15 anni negli slum di Nairobi offrendo educazione, cibo, cure mediche, a circa 3000 bambini con due scuole primarie, due orfanotrofi e una scuola professionale di cucina italiana.
Conosciamo i bambini uno per uno, le loro famiglie, i loro comportamenti e vediamo scorrere la loro vita insieme alla nostra, ne comprendiamo il presente, ne prevediamo il futuro.
Non possiamo pensare, per la nostra esperienza sul campo, che lo scenario cambi di molto nei prossimi 10 anni.
Quasi nulla è cambiato nei 15 anni precedenti. E questo ci sconforta.
E per di più, come tutte le previsioni indicano, gli slum non tenderanno a ridursi, ma anzi si stanno ingrandendo e popolando sempre di più, con uno stile di vita e qualità dei servizi che non migliorano: guadagni intorno al dollaro al giorno per persona, case di lamiera o peggio, nessun tipo di servizi igienici, sanità inesistente, donne maltrattate, bambini e bambine abusati e picchiati.
Solo la scuola resiste e comincia pian piano a educare le nuove generazioni, permettendo ai ragazzi di capire ed immaginare il futuro, ma il processo è lungo.
La nostra esperienza ci dice che i più dotati – pochissimi – scappano dagli slum, gli altri si adeguano e rimangono a vivere vite misere e senza speranza.
Questo è lo slum africano. Questi sono gli slum di Nairobi dove operiamo.
NASCE SLUM RIGHTS MATTER
Abbiamo deciso di dare vita a una campagna per i diritti dello slum, fino a oggi abbiamo agito con azioni concrete e pratiche verso i bambini e le comunità lottando per garantire i loro diritti, siamo sempre stati concreti, ma è tempo anche di denuncia, i fatti e le azioni sono essenziali, ma anche le parole contano.
Noi non abbiamo la dimensione per essere ascoltati mentre denunciamo i diritti negati in Africa. Non ci riescono i governi dei geo-poli mondiali, non ci riesce l’ONU, non vogliono sentirne parlare i governi locali, non si impegnano a sufficienza neanche le chiese. Non possiamo pensare di riuscirci noi. Sarebbe velleità!
Vogliamo però fare la nostra parte!
La nostra RISPOSTA ai diritti negati nelle baraccopoli in Kenya
Nel nostro piccolo però possiamo invece rappresentarli e narrarli per far capire come i diritti negati incidano sullo sviluppo della vita di una baraccopoli, possiamo far comprendere le difficoltà della loro vita enumerando ed elencando con foto e video la testimonianza e la realtà dei diritti calpestati.
Possiamo documentare creando conoscenza ed empatia, possiamo dar voce ai nostri bambini, alle nostre comunità delle baraccopoli di Nairobi.
Continueremo a chiedere aiuti concreti che tramuteremo in servizi e beni che miglioreranno davvero la loro vita.
Un esempio per spiegare meglio questo concetto: le bambine – sembra assurdo, ma è così – nella povertà non posso permettersi di acquistare gli assorbenti durante il ciclo mestruale, e perdono giorni e giorni di scuola. Questo viola una serie di diritti: alla salute, all’uguaglianza e non discriminazione, all’istruzione.
Acquistare e distribuire gratuitamente assorbenti è diventato uno dei nostri obiettivi. Più saremo sostenuti, più ne distribuiremo, accompagnando le bambine nella consapevolezza della loro igiene mestruale, ma non solo, anche della loro sessualità, del loro diritto a non essere abusate, del loro diritto ad essere uguali ai loro compagni maschi. Abbiamo istituito anche un consultorio per supportarle a livello socio-psicologico ed intervenire nelle problematiche più gravi. Insomma, aiutare concretamente a far rispettare i loro diritti.
E poi vogliamo continuare con altre iniziative che possano essere di aiuto alla popolazione dello slum:
Un aiuto concreto alle mamme bambine, un fenomeno che nel periodo del Covid è aumentato esponenzialmente.
Corsi di educazione sessuale alle donne per iniziare a comprendere le modalità del Family Planning, ossia conoscere tutti i metodi contraccettivi per evitare gravidanze non volute, dovute soprattutto ad abusi sessuali.
Una consulenza legale contro gli abusi: un luogo sicuro di aiuto, supportato da un avvocato che possa difendere i loro diritti
Lo sviluppo e la crescita della nostra smart-clinic negli slum per garantire visite mediche specialistiche, oculistiche e dentistiche ai bambini, in particolare coloro affetti da malattie croniche, ma anche alla comunità.
Un aiuto al lavoro volto al supporto delle famiglie in difficoltà, di solito mamme sole, programmi di Income Generating Activity (IGA), table banking e micro-credito. La pandemia ha ridotto alla fame intere famiglie che si trovavano già in una situazione emergenziale.
La costruzione di latrine-simbolo per significare la necessità e la consapevolezza di un’igiene non medioevale.
Tutto tramite concretezza, come abbiamo sempre fatto, che crei impatto e dia risultati tracciabili e duraturi.
Insomma, narreremo e spiegheremo come la denuncia di un diritto negato possa diventare una soluzione che contribuisca ad alleviare ogni violazione.
Queste parole vogliono essere un atto pratico.
Le parole devono essere scritte e usate perché spesso sono più dure delle pietre, ma gli atti concreti danno la misura immediata del risultato e dell’impatto sociale.
Per noi, per i nostri sostenitori, ma soprattutto per i nostri bambini, vogliamo misurarlo e darne conto.
Questa è e sarà la nostra risposta ai diritti negati.
Eurafrica
Per approfondimenti sulla realtà africana e sul suo futuro di povertà, è possibile acquistare il libro Eurafrica di Diego Masi, founder di Alice for Children