Mandela day

il 18 luglio è il Mandela Day

Il Mandela Day è una giornata che viene celebrata in tutto il mondo il 18 luglio di ogni anno per onorare il grande leader sudafricano Nelson Mandela e il suo eredità di lotta per la libertà, la giustizia e la pace. Questa giornata simbolica invita le persone di ogni etnia, religione e nazionalità a dedicare 67 minuti del proprio tempo per fare una differenza positiva nella vita degli altri e contribuire al cambiamento sociale.

L’origine del Mandela Day

L’istituzione del Mandela Day risale al 18 luglio 2009, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato questa data come una celebrazione internazionale in riconoscimento del contributo di Nelson Mandela alla cultura della pace e della libertà. I 67 minuti rappresentano i 67 anni che Mandela ha dedicato al servizio degli altri, lottando contro l’apartheid e lavorando per costruire una società migliore.

Il Mandela Day è un richiamo al fatto che anche le azioni più piccole possono avere un impatto significativo nella vita delle persone. Ci ricorda che il cambiamento reale può essere ottenuto quando lavoriamo insieme per affrontare le ingiustizie e le sfide sociali. Nelson Mandela ha dimostrato al mondo che la forza dell’amore e della riconciliazione può superare qualsiasi ostacolo.

Nelson Rolihlahla Mandela, premio Nobel per la pace nel 1993, è stato il primo nero a ricoprire la carica di presidente sudafricano: il 10 maggio 1994 si presentava al mondo con un discorso di rinnovamento politico e sociale. Mandela è riuscito a porre fine al regime di apartheid dopo una lotta di resistenza fatta prima e durante i suoi 26 anni di reclusione.

Qualche anno dopo, nel 2015, il Nelson Mandela International Day è diventato anche l’occasione per parlare dei diritti umani dei detenuti, promuovere condizioni migliori per chi è in carcere e riconoscere l’importanza di chi lavora nelle strutture detentive. La Risoluzione A/RES/70/175 del 2015 ha quindi adottato le cosiddette “Nelson Mandela Rules”, dedicate agli standard minimi che dovrebbero essere rispettati nelle carceri.

Nelson Mandela e il ruolo dell’educazione

L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”

Questa famosissima frase esprime meglio di qualunque altra quale sia stato lo stretto rapporto tra Nelson Mandela e l’educazione delle giovani generazioni, africane e non.

I suoi insegnamenti ed il suo carisma sono noti ai più, così com’è nota l’importanza che egli riservava all’educazione non soltanto per immaginare il futuro del suo paese e dell’Africa, ma anche per vincere le battaglie politiche che ha combattuto per decenni, e che sembravano irte di ostacoli insormontabili. 

È noto infatti come Nelson Mandela abbai sfruttato i lunghi anni della sua prigionia per espandere a dismisura la sua cultura in ambito politico e letterario, leggendo avidamente i principali pensatori occidentali e non. 
Non solo, prevedendo la necessità di riunire un paese diviso dall’apartheid, Mandela capì l’importanza di educare sé stesso anche relativamente alla cultura Afrikaner dei suoi carcerieri bianchi.

Fu per questo che studiò la lingua Afrikaans e cercò di comprendere la mentalità boera con cui aveva a che fare a Robben Island, dove era incarcerato. 

La vita stessa di Nelson Mandela rappresenta un manifesto sull’importanza dell’educazione nella crescita personale. Educazione che nel suo caso ha fatto la differenza ed ha cambiato la storia del Sudafrica. 

L’importanza dell’educazione per i giovani del Kenya

Nei nostri progetti cerchiamo ogni giorno di onorare il rapporto tra Nelson Mandela e l’educazione e di portare avanti i suoi insegnamenti. 
Anche noi pensiamo che l’educazione sia l’arma più potente per cambiare il mondo, ma anche la condizione fondamentale che permette ad un bambino o ad una bambina di uscire dal circolo della povertà delle baraccopoli di Nairobi. 

La scuola rappresenta infatti l’unico mezzo per poter riscattare la propria condizione e avere un futuro soddisfacente.
Per questo operiamo negli slum di Nairobi, Dandora e Korogocho, portando a scuola più di 3000 bambini, offrendo loro cibo e cure mediche e permettendo loro di vivere un’infanzia serena, lontana da abusi, lavoro minorile e violenze.

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