lavoro minorile in Kenya

Il lavoro minorile in Kenya

Il lavoro minorile in Kenya, così come in tutta l’Africa, è una realtà di tutti i giorni. Su un totale di circa 150 milioni di bambini al mondo costretti a svolgere lavori in età scolastica, la metà di loro, circa 70 milioni, popola il continente africano. Se si stringe il campo d’indagine, poi, si noterà che cinque dei paesi (Sud Sudan, Eritrea, Tanzania, Somalia e Sudan) dove il fenomeno è più diffuso in termini assoluti si trovano in Africa orientale, la regione dove è situato il Kenya.

Se non rientra fra i primi dieci luoghi al mondo per vittime dello sfruttamento minorile, il Kenya registra numeri comunque troppo alti di lavoratori al di sotto dei quindici anni. Qualunque sia il numero dei bambini, è troppo alto perché il lavoro minorile è una violazione dei diritti umani, che interferisce con l’istruzione e compromette lo sviluppo fisico, mentale e sociale dei bambini.

Il lavoro minorile è definito come l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico. Esso comprende varie forme di sfruttamento e abuso spesso causate da condizioni di estrema povertà, dalla mancata possibilità di istruzione, da situazioni economiche e politiche in cui i diritti dei bambini e delle bambine non vengono rispettati, a vantaggio dei profitti e dei guadagni degli adulti.

Le forme del lavoro minorile in Africa

Sono l’agricoltura, l’abbigliamento, l’edilizia, l’industria mineraria, il traffico e lo sfruttamento sessuale dei bambini a rappresentare i settori e i fenomeni dove l’impiego di minori è più diffuso, in Africa come in Asia; in Africa sub-sahariana, ad esempio, i minori vengono adoperati nelle attività di estrazione del cobalto e nelle piantagioni di caffè, mentre l’agricoltura assorbe l’85% di tutto il lavoro minorile, 61,4 milioni di bambini in termini assoluti.

Il lavoro minorile in agricoltura riguarda principalmente le coltivazioni di sussistenza e l’allevamento del bestiame ed è spesso pericoloso perché i piccoli sono coinvolti in attività senza alcuna protezione. Dei restanti bambini nel lavoro minorile in Africa, 8,1 milioni (11%) lavorano nel settore dei servizi e 2,7 milioni (4%) nell’industria. La maggior parte del lavoro minorile non è retribuita e la maggior parte dei bambini lavora in aziende agricole e imprese familiari. Nei Paesi colpiti da conflitti armati, dove vivono circa 250 milioni di bambini, l’incidenza del lavoro minorile è più alta del 77% rispetto alla media globale.

Nelle sue forme peggiori, il lavoro minorile può tramutarsi in schiavitù, sfruttamento sessuale ed economico. Un dato agghiacciante fatto emergere dagli studiosi è che i progressi verso la fine del lavoro minorile nel mondo sono bloccati nei paesi che forniscono beni e materie prime all’occidente

Il lavoro minorile in Kenya: le baraccopoli di Dandora e Korogocho

Per quanto riguarda il lavoro minorile in Kenya, i dati del Kenya National Bureau of Statistics mostrano che l’8,5 per cento dei bambini, ovvero 1,3 milioni, sono coinvolti nel lavoro minorile. I più alti tassi di lavoro minorile, oltre il 30%, sono nelle contee delle terre aride e semi-aride.

Qui, molti ragazzi vengono mandati a radunare il bestiame o a raccogliere sabbia, mentre le ragazze si sposano presto o sono impegnate nei lavori domestici. Anche la pandemia di COVID-19 sta avendo un impatto: nell’aprile 2020 circa 1,72 milioni di persone in Kenya hanno perso il lavoro dall’inizio della pandemia. Con questa significativa perdita di reddito, un numero crescente di famiglie può ricorrere a mandare i propri figli a lavorare. Molti vanno a lavorare nelle discariche.

Appartengono al quotidiano le scene di bambini che rovistano fra i rifiuti delle montagne di spazzatura che ricoprono superfici sterminate di chilometri e chilometri, in cerca di materiali e oggetti da rivendere per guadagnarsi da mangiare. È questo lo spettacolo a cui si assiste a Dandora e Korogocho, le baraccopoli nelle quali Alice for Children opera da quindici anni. 

Alice for Children in campo contro il lavoro minorile

Porre fine al lavoro minorile in Kenya è possibile. Le Convenzioni dell’ILO, l’organizzazione internazionale del lavoro, sul lavoro minorile sono strumenti giuridici a tutela dei minori, che chiedono ai governi interventi mirati per l’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e la proibizione, attraverso procedure d’urgenza, delle sue forme peggiori.

Alice for Children nasce nel 2007 per combattere contro il lavoro minorile in Kenya e dalla consapevolezza che le disuguaglianze e le sofferenze dei bambini e delle bambine degli slum derivano dalla condizione di povertà assoluta e dall’impossibilità di ricevere un’istruzione. Quando i bambini e le bambine crescono in contesti dove lavorare nelle discariche dall’età di 7 anni è considerata la normalità, il concetto stesso di sfruttamento e lavoro minorile, come il valore costruttivo per un futuro migliore rappresentato dalla scuola, non avevano senso.

Alice for Children lavora ogni giorno per cambiare questa realtà, e siamo di orgogliosi di poter dire di aver allontanato dal lavoro nelle discariche migliaia di bambini e aver fornito loro un’istruzione di base con la quale hanno potuto guardare a un futuro migliore e dignitoso e sfuggire dalla povertà.

Proprio per combattere la piaga del lavoro minorile, Alice for Children vuole fare pressione sul governo keniano affinché rispetti le convenzioni di cui è parte e le leggi che ha emanato e che rendono illegale il lavoro per gli under 13. Nonostante sia illegale, troppi bambini continuano a lavorare ogni giorno. Con una tua firma possiamo cambiare le cose e fare pressione sulle istituzioni keniane.

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